Sunday 30 November 2014

L'Ajax si ferma al Kyocera Stadion. Le cicogne di Den Haag bloccano i lancieri



L'Ajax è ospite dell'ADO Den Haag. Le cicogne gialloverdi risiedono nella parte bassa del tabellone e servono punti preziosi per risollevarsi da una condizione di classifica precaria, ma non compromettente. L'Ajax non è certo l'avversario più indicato per fare punti salvezza, considerato l'ottimo periodo di forma dei lancieri e lo strapotere tecnico degli uomini di De Boer. Nell'ultima uscita stagionale i biancorossi di Amsterdam sono usciti con le ossa rotte dalla trasferta parigina, la sconfitta ha ridimensionato le aspettative europee. Il passivo di 3-1 rimediato contro il PSG sa di amara sentenza nell'ambiente dei lancieri, ma era quantomai preventivabile. La prima frazione di gioco vede sbloccarsi immediatamente gli ospiti al 10': Klaassen rifinisce una manovra magistrale degli uomini di De Boer e batte l'incolpevole Hansen con un destro dall'interno dell'area di rigore. Il resto del primo tempo è caratterizzato da una grande pressione offensiva esercitata dagli ospiti che incoccia contro una retroguardia gialloverde ben disposta in campo ed estremamente funzionale a contrastare le sortite dei biancorossi. Milik e Kishna non riescono ad infilare nuovamente Hansen e l'ADO con grande grinta si tiene a gallo mantenendo lo svantaggio ad una sola rete. Il primo tempo termina sul momentaneo 0-1. 

La ripresa è caratterizzata da un'avvincente lotta a centrocampo e continui rovesciamenti di fronte che non portano a dare una decisiva smossa a livello di risultato. Cillessen si rende protagonista di una parata prodigiosa su Zuiverloon al 71', sul rovesciamento di fronte Schone sfiora il raddoppio con una girata che non trova fortuna e si spegne sul fondo fra i sussulti del Kyocera Stadion. La partita è davvero intensa e votata alla fisicità, i padroni di casa non riescono a sfruttare al meglio le imprecisioni di Moisander in fase d'impostazione e graziano più volte i lancieri. Il pareggio arriva al 85' grazie al decimo centro di Kramer, nulla da fare per Cillessen, L'Ajax subisce un goal che era nell'aria sin dal principio della ripresa. I lancieri sfiorano il vantaggio al 89' con Van der Hoorn, ma la conclusione del centrale olandese non sorprende Hansen. Nel finale di gara Zuiverloon si fa espellere per doppio giallo, ma il risultato non cambia: ADO Den Haag 1 - 1 Ajax. Una vittoria mancata per i lancieri che fanno un passo falso in ottica scudetto. Le cicogne gialloverdi compiono un piccolo miracolo calcistico fermando i campioni in carica con una prestazione eccellente, Zuiverloon si è distinto per un match impeccabile annullando Milik e respingendo con grande puntualità ogni pallone alto, il navigato centrale gialloverde si aggiudica il titolo di migliore in campo quest'oggi. 

(Fonte foto: http://nos.nl/)
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Friday 28 November 2014

Europa League - Wijnaldum regala al PSV il passaggio del turno con il pari al 82' dopo la sospensione per pioggia


Al termine di una partita giocata su due giorni diversi, il primo tempo giovedì sera e il secondo tempo venerdì pomeriggio, il PSV riesce a rimontare parzialmente il 3-2 imposto dopo i primi 45' dall'Estoril e trovare il pareggio che qualifica gli uomini di Cocu, grazie a un gol al 82' di Wijnaldum. Per i lusitani, invece, è game over: dopo il primo posto blindato dalla Dinamo Mosca, i Boeren scrivono il proprio nome sul secondo, spegnendo ogni speranza dei portoghesi di passare il turno. 


3 GOL PRESI SOTTO IL DILUVIO - Nel primo tempo, disputato giovedì sera sotto la pioggia dell'Estadio Antonio Coimbra da Mota, ben 5 gol allietano la serata dei 1.500 spettatori (di cui 500 olandesi) accorsi nel piccolo impianto lusitano. L'equilibrio iniziale viene rotto già al 6' da Depay che raccoglie un cross rasoterra di Narsingh e deposita in rete l'1-0 dei Boeren. Appena sei minuti dopo il terreno scivoloso gioca un brutto scherzo al portiere Zoet, che scivola al momento della conclusione dalla distanza di Toze e non riesce ad opporsi, consegnando il pari ai portoghesi. Al 14' PSV di nuovo in vantaggio: Willems apre sulla destra per Narsingh, che inquadra la porta e non ci pensa due volte a tirare, sorprendendo l'estremo difensore di casa Kieszek con un gran bolide da centro area. La pioggia diventa sempre più fitta e l'Estoril prende coraggio: alla mezz'ora la difesa dei biancorossi di Cocu rimane immobile su un calcio di punizione di Toze che pesca in piena area Kuca, che sigla indisturbato il pareggio. Nove minuti più tardi è Diogo Amado a punire ancora il PSV, deviando alle spalle di Zoet un traversone di Kuca con una scivolata favorita dal terreno ormai saturo d'acqua. 




IL RINVIO DEFINITIVO - Talmente saturo che l'arbitro sospende la partita dopo la fine della prima frazione di gara, dopo aver provato ad "asciugare" invano almeno le due area con l'aiuto degli steward dello stadio. Visti gli impegni ravvicinati delle due compagini, era chiaro fin da subito che la gara andava finita il prima possibile, vista anche la norma della UEFA che obbliga la conclusione delle partite sospese non oltre le 72 ore successive. 

ANCHE IL CAMPIONATO SLITTA - In tarda serata arriva la decisione: il secondo tempo si disputerà venerdì pomeriggio dalle 17 ora italiana (le 16 locali). Avendo in programma una sfida di Eredivisie molto importante come quella contro il Feyenoord, il PSV ha chiesto fin da subito alla KNVB di posticipare, anche se di poco, la partita in programma domenica alle 16:45, ottenendo la ricollocazione a martedì 2 dicembre alle 20:45 (tra l'altro in contemporanea con il turno infrasettimanale di Eerste Divisie), sfruttando anche la regola che impone di non disputare più di una partita nell'arco di 48 ore.


MODALITA' FREEZE - La pioggia, che ha causato la sospensione dell'incontro, offre una grande opportunità alla squadra di Cocu, ovvero quella di bloccare il risultato del match (3-2 per i portoghesi), resettare le idee e ritornare in campo consapevoli di avere tutto un tempo di gara per raccogliere almeno un pari, che significa qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League (già raggiunti dal Feyenoord, dopo aver sconfitto i campioni in carica del Siviglia per 2-0). 


WIJNALDUM REGALA IL PARI - La ripresa si apre sotto un cielo colmo di nuvole e vede il PSV gettarsi all'attacco per trovare il pareggio, ma conseguentemente rischiare di prendere il colpo del k.o. dai lusitani. Al 82' i Boeren siglano il gol del 3-3 con Wijnaldum che viene servito in profondità sul filo del fuorigioco e, dopo aver aggirato Kieszek, deposita il gol che consegna agli uomini di Cocu l'agognato pass per i sedicesimi di finali, lasciando a mani vuote l'Estoril, che con questo pareggio vede spegnersi tutte le speranze di passare il turno. Negli ultimi minuti brividi per la porta di Zoet con il tiro al volo di Kleber che sorvola di poco l'incrocio destro dei pali e poi con Kuca che non aggancia un passaggio davanti a Zoet. 




(Fonte foto: http://www.nusport.nl)

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Europa League - Il Feyenoord si traveste da grande e batte il Siviglia, qualificandosi ai sedicesimi con un turno d'anticipo

Il Feyenoord è la prima squadra olandese ad ottenere la certezza della qualificazione al prossimo turno di Europa League. In attesa del recupero del secondo tempo di Estoril - PSV e che l'Ajax disputi con l'APOEL lo spareggio valido per il terzo posto nel proprio girone di Champions, la squadra di Rutten vince a sorpresa contro il Siviglia ed ottiene la matematica qualificazione ai sedicesimi di Europa League.
La squadra di casa disputa una partita vicino alla perfezione, visto e considerato anche il calibro dell'avversario. A proposito: il Feyenoord è la prima squadra olandese che ha battuto una detentrice di un trofeo europeo nel corso del ventunesimo secolo. L'atmosfera, già rovente di suo, viene ulteriormente riscaldata dalla splendida coreografia dei tifosi del De Kuip, che con un enorme striscione richiamano i tempi della battaglia tenutasi nel 1628 nella baia di Matanzas, quando la Flotta d'Argento olandese sconfisse gli spagnoli.

Dopo un primo tempo intenso, nel corso del quale gli spagnoli non riescono mai ad impensierire Vermeer, nel corso del secondo tempo i Rotterdammers completano il proprio capolavoro. E' prima un goal di Toornstra, tra i migliori in campo, ad aprire le danze, chiuse a meno di 10 minuti dal termine dal raddoppio di El Ahmadi, che fa esplodere il De Kuip. In mezzo, una buonissima occasione sprecata da Boetius ed un goal annullato per fuorigioco al Siviglia.

Il risultato finale è, quindi, ancora di 2 a 0, proprio come negli ultimi tre precedenti incontri disputati dal Feyenoord, contro PEC Zwolle, Rijeka e Dordrecht, al De Kuip.
La vittoria contro il più accreditato Siviglia consente ai Rotterdammers di essere momentaneamente primi in classifica e di potersi confermare primi nel girone se tra due settimane batteranno lo Standard Liegi, già eliminato.
In attesa del sorteggio del 15 dicembre, vale la pena ricordare che sono trascorsi dieci anni (era l'edizione 2004-05 della Coppa UEFA) dall'ultima apparizione del Feyenoord in Europa dopo la pausa invernale. Al tempo, la squadra era allenata da Ruud Gullit ma venne eliminata dallo Sporting Lisbona dopo aver vinto il girone con Schalke 04, Basilea, Ferencvaros e Hearts. Questo risultato dovrebbe bastare a Fred Rutten per iniziare a raccogliere qualche elogio dopo le tante critiche ricevute ad inizio stagione. Con una squadra completamente stravolta e privata di quasi tutti i propri calciatori migliori, l'ex allenatore di PSV e Vitesse ha creato un team versatile, capace di mettere in difficoltà anche squadre di rango superiore, così come ha dimostrato ieri sera al De Kuip.

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Wednesday 26 November 2014

A Parigi va di scena un Ajax timido e rinunciatario. Klaassen illude, Cavani ed Ibrahimovic chiudono la partita


Il passato contro il presente. Questo potrebbe essere un valido inizio di discorso relativo alla partita giocata ieri al Parco dei Principi di Parigi tra PSG ed Ajax. A conti fatti, l'Ajax si è presentato al cospetto del club allenato da Blanc per non sfigurare, ma il compito può dirsi riuscito solo a metà.
"Voglio vedere una squadra che non ha paura", ha dichiarato alla vigilia Frank de Boer, spingendo i suoi ragazzi (a proposito, con una media età di 22 anni e 306 giorni, l'Ajax ha schierato ieri la squadra più giovane in Champions League sin dal novembre 2004) a non farsi spaventare dalla classe e dalla fama dei giocatori del ricco club parigino, nel quale, tra l'altro, figurano ben tre ex: Ibrahimovic, Maxwell e Van der Wiel.
In campo non mancano le sorprese. Se i padroni di casa, pur con la qualificazione in tasca, si sono presentati con la squadra titolare, De Boer, già privo dello squalificato Veltman, risparmia Moisander ed El Ghazi, entrambi a rischio squalifica. La gara decisiva per gli ajacidi, infatti, sarà quella dell'ultimo turno, in vista della gara decisiva per la qualificazione in Europa League contro l'APOEL.
Così, in difesa dal primo minuto giocano Van der Hoorn e Denswil, che tutto sommato non sfigurano al cospetto del tridente stellare composto da Ibra, Cavani e Lavezzi.


La serata dell'Ajax si complica già dopo 10 minuti, quando Boilesen è costretto ad uscire in seguito ad una violenta entrata di Gregory van der Wiel. Una prima diagnosi parla di un interessamento ai legamenti del ginocchio, ma in settimana lo sfortunato difensore danese (già vittima di un brutto infortunio lo scorso anno) verrà sottoposto ad indagini più approfondite.
Nonostante l'avvio in salita, è l'Ajax a gestire il possesso del pallone per tutta la prima frazione di gioco. Nella fittissima trama che quasi tutta la squadra ha tessuto, però, non sono mancati i classici buchi. E se alla prima occasione Lavezzi si è fatto ipnotizzare da Cillessen, alla seconda l'ex attaccante del Napoli, imbeccato con un colpo di genio di Ibrahimovic, ha servito a Cavani la palla perfetta per segnare il goal del vantaggio. 1 a 0 per il PSG e spazzato con un colpo di spugna tutto lo sterile possesso dell'Ajax.

Nel secondo tempo gli ospiti olandesi, che non difettano di determinazione, riescono finalmente a pungere. A centrocampo Klaassen, Serero ed Andersen sono sempre in anticipo e, di concerto con gli esterni d'attacco e di difesa, riescono a schiacciare i parigini, apparsi leziosi e svogliati. 

Frutto di questa fase di predominio ajacide è il goal di Davy Klaassen, che in tuffo batte Sirigu, ponendo all'attenzione del pubblico il bel cross di Kishna, destinato ad essere il prossimo protagonista, a detta del suo manager Mino Raiola, del calciomercato.
Il goal del pareggio desta il Paris Saint Germain che, dopo aver rischiato di andare addirittura sotto, concedendo una punizione dal limite allo specialista Schone, torna nuovamente in vantaggio con Zlatan Ibrahimovic, autore di un goal di pura classe: controllo di petto e girata imprendibile per Cillessen.
Pur pagando lo scotto dell'inesperienza, l'Ajax ha, per oltre un ora di gioco, disputato una partita più che dignitosa, offrendo una prestazione corale tutto sommato positiva. I singoli giocatori, nel complesso, sono stati spesso oscurati dai più esperti rivali, ma il concetto di esperienza mostra tutta la sua relatività ad un quarto d'ora dal termine, quando il subentrato Zimling, che con i suoi ventinove anni era il giocatore dell'Ajax più esperto, concede, con un distratto retropassaggio, l'assist del 3 a 1 a Cavani, il quale deve solo saltare Cillessen e firmare la propria doppietta personale, facendo calare il sipario sulla gara.


Foto © ap
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Tuesday 25 November 2014

Eerste Divisie, 14.a giornata - Clamoroso crollo interno del Roda JC, il NEC non ne approfitta e pareggia solo al 94' contro lo Jong Ajax. Wolters abbatte il Volendam in 18'


Dopo un testa a testa durato molte giornate a pari punti, il Roda JC ha mollato la presa sui rivali, venendo clamorosamente sconfitto per 4-1 in casa dall'Almere City di uno scatenato Janssen, autore di due gol, mentre gli altri portano la firma di Hoefdraad, Kip e, per i padroni di casa, di Dijkhuizen. Dopo questo inaspettato k.o., il NEC Nijmegen ha l'opportunità, giocano ben 3 giorni dopo i gialloneri, di portarsi a +3 in classifica sui rivali, ma la squadra rossoneroverde viene fermata da un ottimo Jong Ajax e riesce a pareggiare il gol di Bazoer per gli ajacidi dopo al 94' con Van Eijden, portandosi solo a +1, in attesa dello scontro diretto in programma alla 18.a giornata (12 dicembre).

Dietro alle due apri-fila, Eindhoven e Volendam non hanno vita facile e incappano in due sconfitte: i primi in casa contro lo Jong Twente per 1-0 (gol di Tanda al 86'), mentre i secondi in casa del VVV-Venlo per 4-2, puniti dalla tripletta dello strepitoso Wolters in soli 18' (gli altri gol sono di Platje, Brands e autogol di Promes). La doppietta di Maguire lancia il Den Bosch, che si rialza dopo due sconfitte, e batte 2-1 il MVV Maastricht (l'altro gol è di Hikspoors), mentre l'unico pareggio a reti bianche della giornata è quello tra Fortuna Sittard e De Graafschap.

Nelle altre partite lo Jong PSV vince il derby del Brabante per 3-1 contro l'RKC Waalwijk (gol di Ritzmaier, Koch, Leemans e autogol di Sanoh), l'Emmen espugna per 3-1 il campo del Telstar (reti di Seuntjens, Deul, Pedro e Bergkamp), Sparta Rotterdam e Oss pareggiano 2-2 (al vantaggio di Gladon risponde Mathieu, che porta avanti gli ospiti al 91', prima del definitivo pari ancora di Gladon al 92'), mentre l'Achilles '29 batte 3-2 l'Helmond Sport (doppietta di Hendriks, gol di Edwards, Weuts e Tuyp).

(Fonte foto: http://www.voetbalzone.nl)

Classifica

Risultati 14.a giornata

 Programma 15.a giornata


I match si disputano tutti in contemporanea venerdì 28 novembre in quanto martedì 2 dicembre alle 20 si gioca il turno infrasettimanale (con un anticipo il 1° dicembre e un'altro alle 19 del 2 dicembre).

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Monday 24 November 2014

Al PSV non basta il goal di De Jong. Un grande Padt ed il goal di De Leeuw regalano al Groningen il pareggio


Il mezzo passo falso del PSV Eindhoven all'Euroborg riapre la corsa al titolo di Campioni d'Olanda del campionato 2014/15. L'Ajax, vincente in rimonta contro l'Heerenveen sabato pomeriggio, torna a farsi sotto, riducendo il gap in classifica dopo l'1 a 1 maturato in Groninga.
Cocu manca in campo il suo undici migliore, conscio delle difficoltà che la propria squadra potrà incontrare contro la compagine di Van de Looi, arcigna tra le mura amiche ed imbattuta dallo scorso marzo.
Protagonista della gara è senza ombra di dubbio Sergio Padt, portiere 24enne, scuola Ajax, che nel primo tempo si scatena, negando il vantaggio in più di una occasione a Depay e soci. 
Sospinto da un pubblico molto caldo e vicino ai propri beniamini, il Groningen attende pazientemente lo scoprirsi del PSV Eindhoven, tecnicamente superiore ma dotato di una retroguardia non certo imperforabile, per provare a colpire in contropiede: Hoesen prima e De Leeuw poi, esaltano Jeroen Zoet, non riuscendo ad incrementare il bottino di goal segnati dai biancoverdi -11, fino a prima di questa gara-, piuttosto esiguo se paragonato a quello dello scorso anno (25 in altrettante partite giocate).

Nel corso del secondo tempo, il PSV riesce finalmente a sbloccare il risultato. Decisivo è Luuk de Jong, che da pochi metri dalla porta, di testa, batte Padt. Gran parte del merito del vantaggio del PSV, però, va a Jetro Willems, che col suo precisissimo cross dal fondo, mette il compagno in condizione tale da segnare il quinto goal stagionale.
Il goal segnato dagli ospiti spezza la pressione avversaria, ma i Boeren hanno la grande colpa di non chiudere il match, tanto che il Groningen torna a crederci e, dopo aver evitato, con un intervento alla disperata di Van der Laan, il raddoppio del PSV, trova l'insperato pareggio nei minuti finali.
Autore del goal è Michael de Leeuw, che di testa si conferma implacabile, avendo siglato il 5° goal in campionato, più di tutti gli altri suoi colleghi.

Il risultato finale brucia al PSV, che ha sprecato, carte alla mano, ben 12 palle goal. Il pareggio, tra l'altro, è un risultato che i biancorossi di Cocu non raccoglievano da un anno esatto, avendo sempre vinto o perso nelle 32 gare precedentemente giocate.
Con 31 punti in classifica, la leadership dell'Eredivisie resta nelle mani dei Boeren, che però vedono dimezzato il loro vantaggio dall'Ajax, a quota 29, mentre resta consistente quello sull'accoppiata composta da Twente e Feyenoord, entrambe a quota 24.


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Sunday 23 November 2014

L'Ajax soffre ma vince con una goleada contro l'Heerenveen


L'ultima vittoria dell'Heerenveen ad Amsterdam risale al 2009, quando Daniel Pranjic, nel corso della ripresa, castigò Stekelenburg, regalando i tre punti ai frisoni. Era l'Ajax allenato da Van Basten, che schierava tutti giocatori che oggi non sono più all'Amsterdam ArenA.
Da allora, nei successivi scontri con l'Ajax, l'Heerenveen non ha mai avuto tanta fortuna, subendo spesso sonore sconfitte: 31 in goal subiti nelle ultime 10 partite, con un bilancio totale che vede l'Ajax vincente 7 volte e solo a quota 3 il numero dei pareggi.
Come se non bastasse, se i numeri non erano dalla parte dei frisoni, neanche l'andamento delle due squadre lasciava presagire un risultato diverso nella gara di sabato pomeriggio, visto che la compagine di Lodeweges, attualmente galleggiante a metà classifica, non vince una partita da quasi due mesi.
Diverso, invece, l'ambiente in casa Ajax. Frank de Boer, in settimana, ha aperto le porte ad una sua permanenza "se si dovessero presentare le condizioni per fare qualcosa di buono". L'allenatore ajacide, viste anche le recenti prestazioni dei suoi attaccanti, decide di promuovere Milik, nuovamente protagonista con la nazionale polacca, al centro dell'attacco titolare, fiancheggiato da El Ghazi e Schone.
Poche sorprese nel resto delle due formazioni, con gli occhi di tutti puntati su Daley Sinkgraven, diciannovenne talento dell'Heerenveen che non sta facendo nulla per nascondere il proprio desiderio di trasferirsi proprio all'Ajax.

A rubare la scena (e gli applausi di tutti), però, è un altro talento della squadra ospite. Stiamo parlando di Luciano Slagveer, esterno d'attacco dell'Heerenveen, che poco dopo il quarto d'ora porta in vantaggio la squadra ospite con una acrobatica girata dal limite dell'area, imprendibile per Cillessen.




L'attaccante ventunenne, al suo primo goal in Eredivisie quest'anno, diventa, oltre che delizia, anche croce della sua squadra, guadagnando, nel giro di appena 10 minuti, i due cartellini gialli che lo costringono ad entrare anzitempo negli spogliatoi. Inflessibile, nell'occasione, l'arbitro Blom, che condanna l'attaccante dell'Heerenveen a lasciare i suoi, seppur in vantaggio, in difficoltà per tutto il secondo tempo.

Proprio nella ripresa, infatti, l'Ajax sembra risvegliarsi dal torpore e nel giro di mezz'ora spazza via (con 3 tiri in porta, ma 4 goal) i ragazzi di Lodeweges, anch'egli espulso da Blom nel contestato episodio del doppio giallo a Slagveer. 
A causare la rimonta ajacide c'è certamente la superiorità numerica, ma a dare una grossa mano alla squadra di casa ci pensa proprio Sinkgraven, avversario (ancora per poco?) che devia, in maniera decisiva, un cross dalla sinistra di Lucas Andersen. 
Raggiunto il pareggio, la squadra di De Boer mette la freccia e sorpassa l'Heerenveen grazie alla velocità del subentrato Kishna e di Anwar El Ghazi. I due talenti biancorossi, nel giro di sessanta secondi, trovano due volte il goal, facendo esplodere l'ArenA.
Chiude il conto Milik, che dal dischetto trasforma un rigore ottenuto da Sigthorsson, subentrato pochi minuti prima. Quinto goal consecutivo per l'attaccante polacco, che sembra sempre più vicino a diventare definitivamente un giocatore dell'Ajax, dopo le recenti dichiarazioni relative ad una sua permanenza ad Amsterdam. Arrivato in prestito dal Bayer Leverkusen, il suo contratto prevede la possibilità di esercitarne il riscatto, per una cifra che si aggira intorno ai 2 milioni e mezzo di Euro.



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Saturday 22 November 2014

Ajax, cambiano gli sponsor ufficiali: Ziggo sostituisce Aegon in prima squadra, per le giovanili torna ABN AMRO.

Baptiest Coopmans alla presentazione delle nuove maglie insieme a Van der Saar, De Boer, Van Rhijn e Klaassen.


Giro di valzer per quanto riguarda gli sponsor ufficiali dell’Ajax: dal 1° gennaio 2015 per la prima squadra non sarà più la compagnia di assicurazioni Aegon, main sponsor dal 2008, che pagava alle casse ajacidi tra i 10 e i 12 milioni di euro all’anno, ma Ziggo, il più grande operatore via cavo d’Olanda, che fornisce la televisione sia analogica che digitale, ma anche una connessione internet a banda larga e la telefonia fissa, che sborserà almeno 8 milioni di euro all’anno per questa partnership, mentre ci sono altri 2 milioni di euro di bonus in base alle prestazioni della squadra.

Dopo aver annunciato la volontà di Aegon di abbandonare l’Ajax, quest’estate i Lancieri si sono messi alla ricerca di un successore, che però non si riusciva a trovare. Così Aegon e Ajax hanno deciso di proseguire insieme per un altro anno e mezzo. Poi è spuntato Ziggo, alla ricerca di pubblicità per la fusione con un’altra società via cavo, la UPC, che sarà imminente. “La possibilità di diventare sponsor ufficiale dell’Ajax è rara” ha dichiarato alla NOS Baptiest Coopmans, amministratore delegato di UPC, che si fonderà con Ziggo, il prossimo anno, mantenendo il nome Ziggo. Il suo contratto con gli ajacidi durerà 4,5 anni, ovvero dal 1° gennaio 2015 al 30 giugno 2019.

Ritorno al passato in casa Ajax: ecco lo sponsor ABN AMRO in bella vista sulla maglia di un giovane Ibrahimovic nel 2002.

Sistemata la prima squadra, ora occorreva uno sponsor anche per le giovanili, per gli amatori e per la squadra femminile: giovedì è stato firmato l’accordo che prevede come sponsor di queste squadre la banca ABN AMRO, che è stata tra il 1991 e il 2007 il più grande istituto bancario olandese e l’ottavo in Europa per capitalizzazione e pagherà una media di 2,5 milioni di euro all’anno (con un massimo annuale di 3 milioni) per 3,5 anni. ABN AMRO è stato lo sponsor ufficiale della prima squadra dei Lancieri tra il 1991 e il 2008.

(Fonte foto: http://www.nu.nlhttp://www.theguardian.com)

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Friday 21 November 2014

Feyenoord, van Geel conferma: "Mulder e Mathijsen lasceranno il club a giugno"



L’indiscrezione girava da alcune settimane nell’ambiente Feyenoord e, dopo averli messi nell’elenco dei giocatori che saranno aparametro zero il prossimo 30 giugno, la notizia è stata confermata venerdì al canale televisivo dell’Olanda Meridionale RTV Rijnmond dal direttore tecnico dei Rotterdammers Martin van Geel: i contratti di Mathijsen e Mulder, che hanno iniziato la stagione da titolari e sono in scadenza a fine anno, non verranno rinnovati dalla dirigenza di Rotterdam.

Erwin Mulder (25 anni), al Feyenoord dal 2004, prima nelle giovanili e poi dal 2009 in prima squadra, era il portiere titolare dalla stagione 2011/12, ma quando (lo scorso 1° settembre) la dirigenza biancorossa ha acquistato l’estremo difensore Kenneth Vermeer dall’Ajax, Mulder è finito in panchina ed è dal 31 agosto (0-0 con il Twente) che non vede il campo. Da qui la decisione di venire ceduto in un club dove possa giocare.

Joris Mathijsen (34 anni) è stato acquistato dal Feyenoord nel 2012, quando la società biancorossa ha dovuto trovare un sostituto di Ron Vlaar, ceduto durante quell’estate agli inglesi dell’Aston Villa. Cresciuto nel Willem II, Mathijsen ha disputato due stagioni da titolare, ma negli ultimi mesi è stato sempre più criticato e sostituito in campo dai giovani Terence Kongolo e Sven van Beek.

Al contrario, sembra che la dirigenza di Rotterdam voglia prolungare il contratto dell’australiano Luke Wilkshire (33 anni), che ha convinto molto nel ruolo di terzino destro. 

(Fonte foto: http://www.rijnmond.nl)

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La storia dell'AZ Alkmaar: la favola del piccolo club capace di interrompere il dominio delle grandi


Alkmaar, 14 agosto 1954. Sotto la facciata della Stadhuis, il municipio di Alkmaar, un migliaio di persone si raduna per andare ad assistere alla partita di calcio tra l'Alkmaar '54, club calcistico appena fondato, e VVV Venlo. 
Il risultato finale sarà 3 a 0 per i beniamini della città, capaci di attirare fino a 13.000 persone allo stadio. La doppietta di Klaas Smit ed il goal di Henk van de Sluis crearono un certo fermento tra la gente, desiderosa di avere la possibilità di assistere con regolarità a sfide calcistiche. Nonostante la reticenza di Karel Lotsy, allora presidente della KNVB, a creare una lega calcistica professionistica, la strada era, oramai, segnata.

La storia dell'Alkmaar '54, però, è destinata a durare poco. Nei primi anni incolori, ricordiamo soprattutto la prima vittoria in assoluto contro l'Ajax (2 a 0, a firma di Nico Wagemaker e Piet Buis) e la semifinale di Coppa d'Olanda, persa contro il Willem II.
Le difficoltà economiche e la contemporanea crescita di un'altra squadra nello stesso distretto, spinsero le dirigenze di Alkmaar e FC Zaanstreek ad unire le forze nel tentativo di creare una squadra più forte ed ambiziosa, da allora conosciuta come AZ 67.A capo del nuovo club si misero i fratelli Klaas e Cees Molenaar, milionari titolari della Wastora, una industria di articoli per la casa, mentre in panchina sedette Lesley Talbott, che guidò la squadra alla promozione diretta, raccogliendo una fantastica serie di 22 risultati utili consecutivi.



Le tante difficoltà economiche cui una squadra come l'AZ 67, classico team della provincia olandese, andava incontro, hanno spesso rischiato di comprometterne il futuro. Grazie ai ripetuti interventi dei fratelli Molenaar, però, la bancarotta fu evitata e l'AZ potè continuare il proprio cammino calcistico, superando lo scarso afflusso dei tifosi allo stadio ed il mancato pagamento degli stipendi a calciatori ed allenatori. 
Nel tentativo di far dimenticare i giorni più bui, i fratelli Molenaar continuarono a versare le proprie fortune, acquistando, nel corso del tempo, Kees Kist dall'Heerenveen, il talento danese Kristen Nygaard, Peter Arntz ed, ancora, Hugo Hovenkamp, John Metgod e soprattutto Willem van Hanegem.

Nonostante una comparsa in Europa, dove l'AZ 67 fu prontamente eliminato dal Barcellona di Cruyff, i risultati, comunque, tardavano ad arrivare. La gloria, però, era solo ad un passo, almeno per uno dei due fratelli Molenaar.
Nel 1979, infatti, Cees Molenaar morì a soli 51 anni, lasciando al solo fratello Klaas, di 6 anni più giovane, la possibilità di assistere al più grande trionfo della squadra di Alkmaar, piccola cittadina di circa 90mila abitanti della provincia del Noord Holland.


Al termine della stagione 1981, l'AZ aveva bisogno di una vittoria nell'ultima gara del campionato per spezzare l'egemonia delle tre grandi (Ajax, Psv e Feyenoord), ma il calendario riservava uno scontro durissimo proprio contro la squadra di Rotterdam. Il risultato finale fu un trionfo: vittoria in grande stile per 5 reti ad 1 in casa del Feyenoord e titolo di Landskampioenen vinto dopo aver sostanzialmente dominato il campionato. Seguirono, nei due anni successivi, altrettante coppe d'Olanda (una era stata vinta precedentemente, nel 1978), ma in campionato l'AZ 76 di Georg Kessler non riuscì a ripetersi, pur mantenendo sostanzialmente intatta l'ossatura della squadra, eccezion fatta per la partenza dell'austriaco Welzl, ceduto al Valencia e sostituito dal connazionale Oberacher..



La squadra di quegli anni viene ancora ricordata dagli appassionati di calcio nei Paesi Bassi. Impossibile dimenticare le leggendarie battaglie contro il Barcellona, l'Inter ed il Liverpool, tutte tra il 1978 ed il 1982. Sfortunatamente l'AZ non passò mai il turno, ma su sei partite giocate con queste big del calcio europeo, la squadra olandese ne uscì sconfitta solo due volte, peraltro senza mai perdere in casa (fino alla sconfitta per 2-3 contro l'Everton, negli ultimi giorni del 2007), nel piccolo stadio Alkmaarderhout (sostituito nel 2006 dal bellissimo impianto DSB Stadium).


Con la cessione del club da parte di Klaas Molenaar, nel 1986, si fece subito evidente quanto fosse importante il contributo economico che il businessman locale aveva dato e dava ancora alla squadra.
Al cambio di proprietà, infatti, seguirono il cambio di nome (con la caduta del "67" finale) e soprattutto lunghi anni di crisi. Esattamente 7 anni dopo la vittoria del titolo di Campioni d'Olanda, i giocatori dell'AZ retrocessero mestamente in seconda divisione, dando inizio ad un triste altalenarsi tra tra Eredivisie ed Eerstedivisie per circa dieci anni.

Nel 1998, la luce alla fine del tunnel: un nuovo progetto, che ha posto Co Adriaanse, prima, e Louis Van Gaal, poi, a capo di un piccolo manipolo di eroi, capace di giocare il miglior calcio in Olanda nei primi anni 2000, è tornato a far scaldare i cuori dei tifosi di Alkmaar come solo la squadra del 1981 era riuscita prima di allora.
I risultati ottenuti parlano chiaro: AZ 5° nel 2004, 3° nel 2005, 2° nel 2006, ancora 3° nel 2007 e, finalmente, nuovamente Campioni d'Olanda nel 2008. A dispetto di un brutto inizio di campionato, come spesso accade quando ad allenare una squadra c'è Van Gaal, la vittoria per 1-0 alla terza giornata contro il PSV ha dato il via ad una striscia di risultati positivi, estesa fino a 28 gare senza sconfitte (contando qualche pareggio). Alla trentunesima giornata, nonostante la sconfitta in casa contro il Vitesse, grazie alle contemporanee sconfitte di Twente e Ajax, i biancorossi hanno vinto il titolo di Campione d'Olanda con tre giornate d'anticipo, avendo 11 punti di vantaggio rispetto al Twente. Il successo è stato suggellato da una serie di record di squadra: maggior numero di partite terminate senza subire reti (17), migliore serie senza sconfitte (25 partite consecutive), record di imbattibilità del portiere (957 minuti senza subire gol, primato dell'argentino Sergio Romero), maggior numero di vittorie in trasferta (12).



Gran parte del nuovo successo, oltre che alla sapiente guida di Van Gaal, era dovuta ai forti investimenti di Dirk Scheringa, banchiere titolare della DSB Bank, non a caso main sponsor dell'AZ, e grande tifoso della squadra di Alkmaar, che basava le proprie fortune su quelle del businessman. 
Il crack del suo impero (il network DSB contava quattrocentomila clienti, duemila dipendenti e 65 società collegate) ha coinciso con il frantumarsi dei sogni di gloria dei tifosi, che si sono dovuti accontentare di aver potuto disputare la Champions League e di vedere, di anno in anno, i propri giocatori migliori migrare verso società più ricche nonostante le continue qualificazioni in Europa League. 

Oggi, chiusasi la parentesi della curatela fallimentare, l'AZ è tornato a rappresentare il club di fascia medio-alta, capace di infastidire le big ma, al contempo, di lasciare l'amaro in bocca ai propri tifosi, ancora legati ai fasti dei primi anni 80 e dell'era Van Gaal.

Thursday 20 November 2014

I talenti del calcio olandese - Dani van der Moot, attaccante del PSV che piace al Liverpool


Dopo un lungo predominio, per quanto riguarda le accademie giovanili, del Toekomst dell'Ajax e del Varkenoord del Feyenoord, anche ad Eindhoven hanno deciso di puntare forte sui giovani, abbassando vertiginosamente l'età media della prima squadra ed affidando ad Art Angeler, ex allenatore del PEC Zwolle, la guida dell'intero settore giovanile, con l'obiettivo di renderlo competitivo e di costruirsi in casa i propri futuri giocatori, con tutti i conseguenti benefit che ne derivano.

L'ultimo talentino che sta crescendo nell'Herdgang si chiama Dani van der Moot, attaccante diciassettenne del PSV A1, che spera di ripercorrere in breve tempo le orme di alcuni suoi compagni, debuttanti in prima squadra prima dei 18 anni.

Nato il 7 marzo 1997 e cresciuto nell'AZ Alkmaar, dopo aver segnato oltre 30 goal in campionato, il ragazzo è stato al centro dell'ennesima contesa tra PSV ed Ajax, entrambe intenzionate ad accaparrarselo per rinforzare le proprie giovanili. 
Dopo una lunga indecisione, il biondo centravanti ha scelto di trasferirsi nell'accademia giovanile del PSV, forse perchè spaventato dalla concorrenza che avrebbe trovato ad Amsterdam.
In un intervista al sito ufficiale del club, il giovane Dani ha, però, dichiarato di ammirare il Liverpool, squadra per cui tifa sin da bambino. Una buona notizia per i Reds, apparsi intenzionati ad acquistare il sedicenne, osservato in più di un occasione durante le partite con la squadra B1 del PSV Eindhoven, allenata da Claudio Ferreira Braga. La selezione per i giocatori di 16 e 17 anni, però, sembra troppo poco competitiva per lui: così, dopo lo stop invernale, verrà integrato nella squadra A1, pronto per il salto nello Jong PSV.


I suoi eroi sono Ibrahimovic e Van Persie, ma possiamo dire che per ora ricorda più un puro finalizzatore come Alfred Finnbogason: molto bravo in area di rigore ma con tanto da imparare ancora per quanto riguarda il gioco senza palla, specie quando è più lontano dalla porta. Tra i suoi punti di forza c'è sicuramente il colpo di testa, che lo rende un centravanti d'area di rigore irruento e difficile da marcare.

Goal ed assist, per lui, anche con la maglia della nazionale olandese Under 17, con cui ha ben figurato durante le qualificazioni agli Europei di categoria, segnando 3 goal e servendo 2 assist ai compagni, prima di raggiungere il secondo posto nella competizione estiva.

Il suo biglietto da visita è questo goal, segnato contro i pari età del Groningen:

 


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Wednesday 19 November 2014

Partite della storia - 7 marzo 1973: Ajax - Bayern Monaco, il più bel quarto di finale di sempre


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Nella buia notte di Amsterdam, Sepp Maier stava guardando dalla finestra del suo hotel uno dei tanti canali che attraversano la città olandese. 
Il numero uno del Bayern München era così amareggiato, per il modo con cui la sua squadra era stata sconfitta per 4–0 dall’Ajax Amsterdam, che non riusciva proprio a prendere sonno. “Fu un incubo” ricorda il portiere “mi sentivo così male che fui costretto ad alzarmi dal letto, con la voglia di raccogliere tutta la mia roba e scaraventarla nel canale”. Era dispiaciuto a tal punto che si rifiutò di andare a cena con i compagni preferendo affrontare i giornalisti. “Conoscete qualcuno disposto a pagarmi uno stipendio mensile di 300 marchi?” domandò ai reporter “perché voglio smettere di giocare a calcio”. 

Prima della rocambolesca finale di Istanbul del 2005, Ajax Amsterdam - Bayern München 4–0 era stata indicata come la più bella partita di sempre disputata in Coppa dei Campioni. Certo, non fu così drammatica e piena di emozioni come l’altalenante finale tra il Milan ed il Liverpool, ma il gioco espresso dai lancieri in quell’occasione per anni ipnotizzò gli addetti ai lavori, così come ricorda l’ex difensore della nazionale francese Robert Budzynski al quotidiano L’Equipe: “Ancora oggi ho dei flashback di quell’incontro che non potrò mai dimenticare. La lezione di calcio che quell’Ajax impartì ai suoi avversari avrebbe fatto il giro del mondo”. Questo era il glorioso Ajax che avrebbe incantato l’Europa con il suo personale e rivoluzionario modo di giocare a calcio e che l’avrebbe condotto a conquistare la terza Coppa dei Campioni consecutiva.

Gli ajacied di Amsterdam affrontarono questo quarto di finale con una convinzione tale che il loro timoniere e capitano Johan Cruijff così sintetizzò: “Tutti vorrebbero eliminarci, ma il nostro stile ed il nostro modo di giocare è ammirato da tutti. Tutta la comunità calcistica europea ci ammira e poi noi abbiamo l’appoggio ed il supporto di una intera nazione”. Cercare di ridurre il modo rivoluzionario di giocare al calcio a dei semplici schemi appare riduttivo e troppo semplicistico. 

Ufficialmente, sotto la guida tecnica di Rinus Michels, l’Ajax aveva iniziato a giocare con il 4-3-3, ma quando attaccavano lo schema diventava un 3-7! La convinzione e l’insistenza di Michels nel ripetere che tutti i giocatori in campo dovevano partecipare sia alla fase difensiva che a quella offensiva, portò la critica sportiva a coniare il concetto di “calcio totale”, sebbene Michels preferisse il termine “arancia meccanica”. 
Egli basava la sua teoria sul mantenimento del possesso di palla della sua squadra ed attraverso un’ampia varietà di rapidi movimenti creare numerose opportunità per segnare gol. 
Bill Shankly, furbo ed indimenticato allenatore del Liverpool, dopo aver perso 5–1 ad Amsterdam nel 1966 disse:”Non ci posso credere. Loro sono la squadra più difensiva che io abbia mai incontrato”. Molte delle tattiche di Michels, come la sovrapposizione dei terzini o i movimenti poco profondi dell’ala, erano stati mutuati e adattati dagli schemi delle nazionali del Brasile, dell’Inghilterra, dell’Ungheria e dell’Italia. Tuttavia l’allenatore olandese sintetizzò molto bene queste tattiche in schemi che, uniti ad allenamenti molto intensi (tanto che fu soprannominato “il generale”), fecero si che giocatori eseguissero il tutto in maniera istintiva e immediata. Una volta insegnato ciò, il resto lo facevano i giocatori in campo prendendo decisioni in maniera autonoma, poiché lui era solito dire che “il gioco del calcio si fa sul campo”. 

Ruud Krol, storico difensore dell’Ajax Amsterdam e della Nazionale olandese, disse: “non siamo mai scesi in campo con le gambe appesantite dagli allenamenti, ma sapevamo sempre cosa dovevamo fare. Lui (Michels, ndr) riconosceva subito le nostre abilità e ci dava quella tranquillità e sicurezza dicendoci che avremmo fatto le cose giuste. Non ci dava delle indicazioni da seguire in maniera precisa perché sapeva che eravamo intelligenti al punto tale che avremmo capito cosa fare in quel frangente del match”. 

Rinus Michels lasciò l’Ajax Amsterdam dopo il successo in Coppa dei Campioni nel 1971, tanto che ad allenare i biancorossi, all'epoca del quarto di finale contro il Bayern München nel marzo del 1973, c'era il rumeno Kovacs.
L’Ajax affrontava la squadra che aveva tra le sue fila il blocco principale della nazionale tedesca, vincitrice del Campionato Europeo qualche mese prima. Tutti i giornali avevano definito questo match come “una battaglia di stelle”: dal un lato c’erano Cruijff, Krol, Gerrie Mühren, Neeskens, Rep e Keizer, dall’altro Maier, Beckenbauer, Breitner, Hoeness e Müller. Sulla carta, quindi, non si trattava affatto di una passeggiata. 
Il Bayern München aveva raggiunto i quarti di finale forti di ben 20 reti segnate nei due turni precedenti, tuttavia la loro stagione era stata tutt’altro che agevole. Il 10 febbraio, nella gara esterna contro l’Hertha Berlin, un tackle di Ludwig Müller aveva messo ko il suo omonimo Gerd. Il bomber tedesco, pur zoppicante, terminò il primo tempo prima di essere sostituito. Le radiografie non evidenziarono fratture e con una serie di infiltrazioni fu rispedito in campo, agonizzante, contro Wuppertal e Schalke 04. Nell’intervallo della gara contro lo Schalke 04, Müller dichiarò che il dolore era insopportabile e fu sostituito. 
Due giorni dopo furono ripetute le radiografie all’ospedale universitario di Monaco e le lastre evidenziarono una frattura al perone. Con la sfida contro l’Ajax Amsterdam oramai alle porte, i dirigenti della squadra tedesca decisero che non c’era tempo per ingessare la gamba di Müller. L’attaccante, che fino a quel momento aveva realizzato 36 reti in 39 gare di coppa, doveva giocare e non importava quanto male avesse. La posta in gioco era troppo alta, ancora di più di entrare tra le prime quattro squadre in Europa. 

La Seconda Guerra Mondiale era finita da meno di 30 anni ed ogni incontro tra Olanda e Germani Ovest aveva un sapore particolare. Inoltre tra le due squadre vi era una rivalità infinita, come disse Gerrie Mühren: “Qualche mese prima li avevamo sconfitti per 5–0 in una amichevole disputata a Monaco. Non fu divertente per loro anche perché sul 5–0 decidemmo di fermarci, ci bastava così”. Inoltre l’allenatore dei bavaresi, Udo Lattek, aveva preso in giro il portiere olandese Heinz Stuy, prima della gara dei quarti di finale, dicendo che la sua squadra gli avrebbe restituito le 5 reti incassate nella famosa amichevole. Tutto ciò contribuì a caricare maggiormente i ragazzi di Kovacs. 

Le indicazioni tattiche dell’allenatore romeno erano molto semplici: “pressione, pressione”. O, come disse Rep: “dobbiamo tenere la palla nella metà campo avversaria il più possibile, in modo che i tedeschi non possano attaccarci”. 
Tre giocatori, Krol, Suurbier e Blankenburg, difendevano sulla linea di metà campo e gli altri pressavano gli avversari nella loro area di rigore. I giocatori dell’Ajax Amsterdam si sentivano ispirati e circondati da un’aurea di invincibilità. “Non appena indossavamo la maglia dell’Ajax noi crescevamo di 10 centimetri in 5 secondi” continuava Krol. I campioni d’Europa furono i primi ad entrare nel tunnel fissando gli avversari che ancora erano dentro il loro spogliatoio. 
Stuy ancora oggi non può dimenticare l’atmosfera di quella notte allo Stadio Olimpico di Amsterdam: “Lo stadio sembrava un vulcano”. A gara appena iniziata, le parole di Lattek si rivelarono presto una enorme falsità: i tedeschi avevano in mente solo di difendersi. 
Franz Roth fu messo alle calcagna di Cruijff, ma dopo pochi minuti si beccò subito un cartellino giallo che complicò la sua gara. 
Per il Bayern difendersi si rivelò subito una missione impossibile. Il leggendario n. 14 dell’Ajax era il Picasso del calcio, un genio che poteva realizzare qualunque cosa, trasformandosi in attaccante o giocando in posizione di ala, il tutto a seconda di cosa il gioco richiedesse. 

Heinz Stuy non era un portiere di classe; i suoi compagni di squadra per prenderlo in giro lo avevano soprannominato Heinz Kroket, perché aveva la pessima abitudine di farsi sfuggire dalle mani i palloni come se fossero delle crocchette bollenti. 
Sepp Maier, dal canto suo, era forse il numero uno dei numeri uno. Paradossalmente quella sera fu proprio Maier a perdere clamorosamente un pallone. Al quarantesimo minuto, la palla sfuggì dalle sue mani ed il centrocampista Rainer Zobel fu lesto a spazzarla via. Tre minuti dopo Ruud Krol colpì il palo con un tiro da fuori area. Nonostante tutti questi segnali di allarme il Bayern riuscì a chiudere il primo tempo sullo 0–0, dimostrando calma e fiducia. Helmut Schön, allenatore della Germania Ovest, nel commentare la gara alla TV Tedesca disse: “Il Bayern sta eseguendo alla perfezione l’impostazione tattica della partita. Dopo tutto mica possiamo pensare di poter giocare una gara di attacco qui ad Amsterdam”. 

Nello spogliatoio dell’Ajax, l’allenatore Kovacs disse poche parole, ripetendo il proprio credo tattico: “Pressione, pressione. Tutto andrà bene”. La sua “profezia” si manifestò ben presto, tanto che al 53’ Maier, respingendo goffamente un tiro del centrocampista austriaco Schilcher, agevolò Arie Haan, il quale si avventò sul pallone, realizzando il gol del vantaggio. 
Gerrie Mühren disse che quello fu più di un gol, fu come rompere una diga: “Maier era nervoso e i tedeschi erano impauriti. Noi lo potevamo leggere nei loro occhi”. Ma era veramente paura oppure solo la stanchezza di aver giocato solo per difendersi? Il grande centrocampista tedesco Günter Netzer si chiese: “Io non potevo capire come il Bayern potesse collassare completamente nel secondo tempo, però apparvero stanchi ed incapaci di fermare i loro avversari così come avevano fatto nella prima frazione.” 

Quattordici minuti dopo l’Ajax Amsterdam segnò uno dei gol più belli della storia della Coppa dei campioni. Maier respinge un calcio d’angolo. La palla termina fuori per una rimessa in gioco a favore dei lancieri. Rep scaraventa la palla in area di rigore, ma Breitner la respinge ancora fuori area e Gerrie Mühren, da 25 metri, scagliò un bolide che finì alle spalle di Maier. 
Michael Drucker, commentatore per la TV olandese rimase estasiato: “Oh Mühren, tiro fantastico. Maier non ha mai subito un gol del genere. Mostratelo in tutte le scuole di calcio!”. A sua volta poi Gerrie Mühren disse: “io segnai uno dei più importanti e dei più bei gol della storia dell’Ajax. Ma nessuno lo sa!”. Il supplizio del Bayern non era finito. Arie Haan e Johan Cruijff realizzarono ancora due reti. Il triplice fischio finale dell’arbitro svizzero Scheurer fu una liberazione per Beckenbauer e soci. L’allenatore tedesco Udo Lattek disse: “Abbiamo giocato i primi 45 minuti in modo splendido, ma un gol stupido, per colpa di Maier, ci ha spinti fuori dei binari del match”. Sepp Maier non aveva bisogno delle accuse di Lattek per capire i suoi errori. Nelle sue memorie di quella gara scrisse: “Un buon Maier avrebbe potuto evitare almeno tre delle quattro reti subite. Un grande Maier tutte e quattro”. L’Ajax perse la gara di ritorno per 2–1. Cruijff decise di non giocare visto che “il lavoro era già stato fatto”. In semifinale il lancieri superarono il Real Madrid ed in finale batterono la Juventus, conquistando la terza Coppa dei campioni consecutiva.

Monday 17 November 2014

I talenti del calcio olandese - Juan Familia Castillo, il baby dell'Ajax che sta facendo impazzire i top club europei


Juan Familia-Castillo è l'ultimo, giovanissimo, calciatore tesserato dall'Ajax destinato a far parlare di se.
Nato il 13 gennaio 2000, questo centrocampista dalla spiccata propensione offensiva gioca con l'Ajax C1, vale a dire l'Under 15 della società di Amsterdam, ma ha attirato su di se gli occhi del Manchester United, che nelle ultime ore sta provando a bissare il colpo della scorsa estate, quando ha strappato alle giovanili dell'Ajax il difensore sedicenne Timothy Fosu Mensah.

Louis van Gaal, attuale allenatore dei Red Devils, conosce bene il settore giovanile dell’Ajax e sa come si lavora al Toekomst, il centro di allenamento dove crescono i futuri campioni che l'Ajax ha, negli ultimi decenni, distribuito in giro per l'Europa. Ecco perchè avrebbe consigliato ai suoi uomini mercato di osservare quel ragazzino, neanche quindicenne, che con il suo piede sinistro sta regalando veri e propri spettacoli nelle partite contro i coetanei.


Juan Familia-Castillo gioca come centrocampista avanzato nel classico 4-3-3 di matrice olandese: capace di ispirare i propri compagni con lunghi lanci o tocchi in profondità che denotano una maggiore maturità calcistica rispetto a gran parte dei ragazzi di quell'età. Dribbling secco e testa alta, questa giovanissima stellina ajacide ha una particolare inclinazione per l'ultimo passaggio, mostrandosi altruista in più di una occasione. 
Naturalmente, quando si tratta di calciatori di questa età è d'obbligo ponderare molto i giudizi, lasciando loro il tempo necessario per crescere in tranquillità.
Intanto, Familia-Castillo ha ottenuto l'esordio nella nazionale olandese Under 15, nella sfida pareggiata 2 a 2 contro i pari età del Belgio e, ad oggi, vanta già 2 caps con la nazionale allenata da Peter van Dort.

Da fieri sostenitori del calcio olandese, ci auguriamo che il giovane Juan possa rimanere ad Amsterdam, crescendo sotto l'attenta (senza nulla togliere allo staff delle giovanili del Manchester United) guida dei preparatori dell'Ajax, esordendo in prima squadra e raccogliendo successi e soddisfazioni con la maglia bianca con banda verticale rossa, prima di trasferirsi all'estero.



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L'Olanda gioca a tennis con la Lettonia e salva (per ora) la panchina di Hiddink


"Se non vinciamo contro la Lituania, vado via". Queste le parole di Guus Hiddink, che la settimana scorsa, interrogato dai giornalisti sulla propria posizione di commissario tecnico dell'Olanda, apparsa più che scricchiolante dopo le prestazioni dell'immediato post-Mondiale targato Van Gaal. Sin dall'introduzione del calcio professionistico in Olanda, risalente a circa 60 anni fa, mai la nazionale che veste la famosa casacca arancione ha perso 6 gare nello stesso anno. Il 2014, però, si avvicina pericolosamente a diventare candidato ad infrangere questo record, visto che le sconfitte sono già 5.
Hiddink non convince e le speculazioni dei media lo vedono come più che possibile un suo passo indietro, pur rimanendo nello staff, prima del prossimo impegno ufficiale dell'Olanda. 
L'ultima bordata è arrivata da Ronald de Boer, che ha definito come "sorpassata l'idea di calcio di un uomo che ha quasi 70 anni, oramai inadeguato al ruolo di guida della nazionale". 
Sul campo dell'Amsterdam ArenA, però, la risposta dei giocatori scelti come titolari è stata perentoria: un 6-0 che palesa il potenziale di questa squadra, con i goal che potevano addirittura essere di più, se si conta la traversa di Robben e l'ottima occasione avuta, a tempo scaduto, da Wesley Sneijder.

Cambia tutta la linea difensiva, rispetto alla gara persa contro il Messico. Unico superstite è Jetro Willems, che era stato tra i peggiori nell'amichevole persa per 3 a 2 pochi giorni fa. 
In avanti, Van Persie gioca un pò più arretrato del solito, facendo spesso da collante tra attacco e centrocampo. Ottima prestazione, la sua, che lo porta a contendere a Robben il premio di Man of the Match.
L'andamento del match è chiaro già dal 1', quando Afellay, dopo un'azione insistita in area di Van Persie, trova il palo con un destro a giro da posizione defilata. Bastano pochi giri d'orologio e tocca a Robben, dalla destra, pennellare un perfetto cross per Van Persie il quale, solissimo al centro dell'area di rigore, di testa sigla l' 1 a 0.

Portatisi in vantaggio, gli oranje sembrano perdere un pò di concentrazione. L'infortunio di Blind, che festeggiava la sua venticinquesima partita con la maglia della nazionale, costringe Hiddink al primo cambio: dentro Clasie al posto del centrocampista del Manchester United, che sarà costretto ad uno stop di circa un mese e mezzo.
Alla mezz'ora, dopo aver inutilmente rischiato il pareggio, Robben sale nuovamente in cattedra e sigla un goal dei suoi, con uno splendido sinistro da fuori area. Immarcabile l'esterno del Bayern Monaco, che nell'arco di tutta la gara avrà fatto venire un serio mal di testa ai suoi diretti avversari.
Pochi minuti dopo, Huntelaar fa 3-0 con un goal da centravanti puro. Huntelaar, van Persie & Robben non segnavano tutti nella stessa partita dall'agosto 2006, in un match contro l'Irlanda. I tre, al momento, appaiono indispensabili per questa squadra, tanto che saranno ancora loro, nel secondo tempo, ad essere i più pericolosi.

Nella ripresa si inizia subito con la traversa di Robben, direttamente su calcio di punizione. In vantaggio di 3 reti, la nazionale olandese pare calare sensibilmente il ritmo, mantenendo il possesso e, di fatto, il controllo della gara. Ad un quarto d'ora dal termine, però, arriva la fiammata: al 76' primo goal di Bruma in nazionale, trovando l'inserimento decisivo, su sponda di Van Persie, in occasione di un corner. La difesa della Lettonia, davvero imbarazzante nel corso di tutta la gara, regala l'occasione al difensore di siglare il 4 a 0 che riaccende il fuoco. Cinque minuti dopo, infatti, con un sinistro al fulmicotone, Robben segna il 5-0, mentre a tempo quasi scaduto, Huntelaar firma la propria doppietta personale con un destro dal limite dell'area. 
Con questa rete, Huntelaar diventa, insieme a Bergkamp, il terzo miglior marcatore di sempre della nazionale olandese, con 38 goals in 69 partite. Il cacciatore, tra l'altro è il miglior bomber oranje per quanto riguarda le qualificazioni agli europei, menttendo in fila, con i suoi 14 centri, Van Persie, Cruijff, Van Basten e Gullit.

Il 6 a 0 finale rappresenta la decima vittoria nell'anno 2014. Ora l'appuntamento è per il 28 marzo 2015, in occasione della sfida casalinga contro la Turchia. Con la vittoria contro la Lettonia, l'Olanda sale a 6 punti si colloca al terzo posto nel girone, guidato dalla Repubblica Ceka (12 punti), seguita dall'Islanda, a quota 9. La situazione, di certo, non è rosea, come statuito, nel post-partita, anche da un certo Johan Cruyff: "Dobbiamo essere soddisfatti, ma non ciechi, perchè se si guardano i dettagli vedremo i tanti errori della squadra."

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Saturday 15 November 2014

Partite della storia - 15 novembre 1964: l'esordio con gol di Johan Cruyff con l'Ajax





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15 novembre 1964, una data storica, almeno per il calcio olandese ed europeo. Perché quella domenica pomeriggio di cinquant’anni fa l’allora 17enne Johann Cruyff calcava per la prima volta l’erba di un terreno di gioco con la prima squadra dell’Ajax, club con il quale avrebbe poi vinto tutto, a partire dalla stagione successiva, con l’11° trionfo degli ajacidi nel campionato olandese e il primo dei 18 trofei vinti con il club di Amsterdam.

Stadion Oosterpark di Groningen, ore 14:30. È il vecchio stadio dei biancoverdi, utilizzato fino al 2005, prima di venire rimpiazzato dal moderno Euroborg, che vide il debutto in Eredivisie di Cruyff, nel match valido per l’11.a giornata del campionato 1964-65 tra GVAV e Ajax, vinto dai padroni di casa per 3-1. Partita dominata senza ombra di dubbio dal GVAV, allora al terzo posto, che, dopo un primo tempo terminato sullo 0-0, passò in vantaggio al 54’ con Gerrit van Tilburg, prima di raddoppiare undici minuti più tardi con Piet Fransen e siglare la rete del 3-0 con Pier Alma al 83’. Davanti a 17.000 spettatori, Cruyff, schierato dal primo minuto, bagna l’esordio con un gol, messo a segna al 85’ su assist di Klaas Nuninga, per poi andare in gol anche la settimana dopo, nel 5-0 rifilato dagli ajacidi al PSV.


Klaas Nuninga contende il pallone a Jan Renders (a terra) e Martin Koeman, difensori del GVAV.
In gennaio l’Ajax è in zona retrocessione e l’allenatore che lanciò Cruyff, l’inglese Vic Buckingham, pagò amaramente la batosta storica subita dal Feyenoord per 9-4 e venne esonerato: il suo posto verrà preso da un certo Rinus Michels, vero fautore del calcio totale che negli anni ’70 avrebbe cambiato per sempre la storia del calcio. Al termine di quella stagione i Lancieri di Amsterdam ottengono il peggior risultato della loro storia nazionale, finendo tredicesimi su 16 squadre. Ma che importa, in fin dei conti hanno appena scoperto il miglior calciatore olandese di sempre e uno dei migliori della storia..

Bella parata in salto del portiere del GVAV, Tonny van Leeuwen.
L'articolo della partita in un giornale dell'epoca. A destra, nelle formazioni, si vede il nome Cruyff.
(Fonte foto: https://twitter.com/paroolhttp://www.gahetna.nlhttps://twitter.com/ajaxmuseumNL)

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