Friday 21 November 2014

La storia dell'AZ Alkmaar: la favola del piccolo club capace di interrompere il dominio delle grandi


Alkmaar, 14 agosto 1954. Sotto la facciata della Stadhuis, il municipio di Alkmaar, un migliaio di persone si raduna per andare ad assistere alla partita di calcio tra l'Alkmaar '54, club calcistico appena fondato, e VVV Venlo. 
Il risultato finale sarà 3 a 0 per i beniamini della città, capaci di attirare fino a 13.000 persone allo stadio. La doppietta di Klaas Smit ed il goal di Henk van de Sluis crearono un certo fermento tra la gente, desiderosa di avere la possibilità di assistere con regolarità a sfide calcistiche. Nonostante la reticenza di Karel Lotsy, allora presidente della KNVB, a creare una lega calcistica professionistica, la strada era, oramai, segnata.

La storia dell'Alkmaar '54, però, è destinata a durare poco. Nei primi anni incolori, ricordiamo soprattutto la prima vittoria in assoluto contro l'Ajax (2 a 0, a firma di Nico Wagemaker e Piet Buis) e la semifinale di Coppa d'Olanda, persa contro il Willem II.
Le difficoltà economiche e la contemporanea crescita di un'altra squadra nello stesso distretto, spinsero le dirigenze di Alkmaar e FC Zaanstreek ad unire le forze nel tentativo di creare una squadra più forte ed ambiziosa, da allora conosciuta come AZ 67.A capo del nuovo club si misero i fratelli Klaas e Cees Molenaar, milionari titolari della Wastora, una industria di articoli per la casa, mentre in panchina sedette Lesley Talbott, che guidò la squadra alla promozione diretta, raccogliendo una fantastica serie di 22 risultati utili consecutivi.



Le tante difficoltà economiche cui una squadra come l'AZ 67, classico team della provincia olandese, andava incontro, hanno spesso rischiato di comprometterne il futuro. Grazie ai ripetuti interventi dei fratelli Molenaar, però, la bancarotta fu evitata e l'AZ potè continuare il proprio cammino calcistico, superando lo scarso afflusso dei tifosi allo stadio ed il mancato pagamento degli stipendi a calciatori ed allenatori. 
Nel tentativo di far dimenticare i giorni più bui, i fratelli Molenaar continuarono a versare le proprie fortune, acquistando, nel corso del tempo, Kees Kist dall'Heerenveen, il talento danese Kristen Nygaard, Peter Arntz ed, ancora, Hugo Hovenkamp, John Metgod e soprattutto Willem van Hanegem.

Nonostante una comparsa in Europa, dove l'AZ 67 fu prontamente eliminato dal Barcellona di Cruyff, i risultati, comunque, tardavano ad arrivare. La gloria, però, era solo ad un passo, almeno per uno dei due fratelli Molenaar.
Nel 1979, infatti, Cees Molenaar morì a soli 51 anni, lasciando al solo fratello Klaas, di 6 anni più giovane, la possibilità di assistere al più grande trionfo della squadra di Alkmaar, piccola cittadina di circa 90mila abitanti della provincia del Noord Holland.


Al termine della stagione 1981, l'AZ aveva bisogno di una vittoria nell'ultima gara del campionato per spezzare l'egemonia delle tre grandi (Ajax, Psv e Feyenoord), ma il calendario riservava uno scontro durissimo proprio contro la squadra di Rotterdam. Il risultato finale fu un trionfo: vittoria in grande stile per 5 reti ad 1 in casa del Feyenoord e titolo di Landskampioenen vinto dopo aver sostanzialmente dominato il campionato. Seguirono, nei due anni successivi, altrettante coppe d'Olanda (una era stata vinta precedentemente, nel 1978), ma in campionato l'AZ 76 di Georg Kessler non riuscì a ripetersi, pur mantenendo sostanzialmente intatta l'ossatura della squadra, eccezion fatta per la partenza dell'austriaco Welzl, ceduto al Valencia e sostituito dal connazionale Oberacher..



La squadra di quegli anni viene ancora ricordata dagli appassionati di calcio nei Paesi Bassi. Impossibile dimenticare le leggendarie battaglie contro il Barcellona, l'Inter ed il Liverpool, tutte tra il 1978 ed il 1982. Sfortunatamente l'AZ non passò mai il turno, ma su sei partite giocate con queste big del calcio europeo, la squadra olandese ne uscì sconfitta solo due volte, peraltro senza mai perdere in casa (fino alla sconfitta per 2-3 contro l'Everton, negli ultimi giorni del 2007), nel piccolo stadio Alkmaarderhout (sostituito nel 2006 dal bellissimo impianto DSB Stadium).


Con la cessione del club da parte di Klaas Molenaar, nel 1986, si fece subito evidente quanto fosse importante il contributo economico che il businessman locale aveva dato e dava ancora alla squadra.
Al cambio di proprietà, infatti, seguirono il cambio di nome (con la caduta del "67" finale) e soprattutto lunghi anni di crisi. Esattamente 7 anni dopo la vittoria del titolo di Campioni d'Olanda, i giocatori dell'AZ retrocessero mestamente in seconda divisione, dando inizio ad un triste altalenarsi tra tra Eredivisie ed Eerstedivisie per circa dieci anni.

Nel 1998, la luce alla fine del tunnel: un nuovo progetto, che ha posto Co Adriaanse, prima, e Louis Van Gaal, poi, a capo di un piccolo manipolo di eroi, capace di giocare il miglior calcio in Olanda nei primi anni 2000, è tornato a far scaldare i cuori dei tifosi di Alkmaar come solo la squadra del 1981 era riuscita prima di allora.
I risultati ottenuti parlano chiaro: AZ 5° nel 2004, 3° nel 2005, 2° nel 2006, ancora 3° nel 2007 e, finalmente, nuovamente Campioni d'Olanda nel 2008. A dispetto di un brutto inizio di campionato, come spesso accade quando ad allenare una squadra c'è Van Gaal, la vittoria per 1-0 alla terza giornata contro il PSV ha dato il via ad una striscia di risultati positivi, estesa fino a 28 gare senza sconfitte (contando qualche pareggio). Alla trentunesima giornata, nonostante la sconfitta in casa contro il Vitesse, grazie alle contemporanee sconfitte di Twente e Ajax, i biancorossi hanno vinto il titolo di Campione d'Olanda con tre giornate d'anticipo, avendo 11 punti di vantaggio rispetto al Twente. Il successo è stato suggellato da una serie di record di squadra: maggior numero di partite terminate senza subire reti (17), migliore serie senza sconfitte (25 partite consecutive), record di imbattibilità del portiere (957 minuti senza subire gol, primato dell'argentino Sergio Romero), maggior numero di vittorie in trasferta (12).



Gran parte del nuovo successo, oltre che alla sapiente guida di Van Gaal, era dovuta ai forti investimenti di Dirk Scheringa, banchiere titolare della DSB Bank, non a caso main sponsor dell'AZ, e grande tifoso della squadra di Alkmaar, che basava le proprie fortune su quelle del businessman. 
Il crack del suo impero (il network DSB contava quattrocentomila clienti, duemila dipendenti e 65 società collegate) ha coinciso con il frantumarsi dei sogni di gloria dei tifosi, che si sono dovuti accontentare di aver potuto disputare la Champions League e di vedere, di anno in anno, i propri giocatori migliori migrare verso società più ricche nonostante le continue qualificazioni in Europa League. 

Oggi, chiusasi la parentesi della curatela fallimentare, l'AZ è tornato a rappresentare il club di fascia medio-alta, capace di infastidire le big ma, al contempo, di lasciare l'amaro in bocca ai propri tifosi, ancora legati ai fasti dei primi anni 80 e dell'era Van Gaal.

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