Tuesday 31 March 2015

L'Olanda Under 19 strapazza la Svizzera e vola all'Europeo!


Dopo le delusioni con la Nazionale maggiore e con quella Under 21, arrivano invece ottimi risultati con la selezione Under 19 guidata da Aron Winter, che ha staccato il pass per l'Europeo di categoria che si svolgerà dal 6 al 19 luglio 2015 in Grecia dopo un doppio girone di qualificazione. Dopo aver superato brillantemente il primo turno, ecco le tre partite della fase Elité, che si sono disputate in questi giorni proprio in Olanda, scelta come sede del gruppo 4 in fase di sorteggio. Decisivo è stato il 4-0 di oggi contro la Svizzera, che ha consegnato la matematica certezza della qualificazione agli orange.
Harkema, 26 marzo 2015, ore 19

OLANDA U19-SERBIA U19 1-0
Marcatori: 35’ van Amersfoort (O).
Arbitro: Steven McLean (Scozia).
L’esordio nel gruppo 4 della fase Elité, ospitato proprio dall’Olanda, vede l’Under 19 di Winter battere di misura i pari età della Serbia: allo Sportpark de Bosk di Harkema (vicino a Drachten, in Frisia), il gol decisivo arriva al 35’, quando Van Amersfoort devia in rete con un preciso colpo di testa un calcio di punizione da fuori area e supera il portiere serbo Radunovic. Dopo una bella occasione capitata a Zivkovic, che milita nel Partizan Belgrado, la Serbia recrimina per un gol annullato per fuorigioco, mentre sul fronte opposto l’Olanda ci prova con alcuni tiri da fuori di Ould-Chikh e Bazoer.
Assen, 28 marzo 2015, ore 17

OLANDA U19-NORVEGIA U19 1-1
Marcatori: 52’ Konradsen (N), 80’ Bazoer (O).
Arbitro: Amaury Delerue (Francia).

Nella seconda partita dell’Olanda, disputata allo Sportpark Marsdijk di Assen (nel Drenthe, non lontano da Harkema), l’Under 19 non va oltre il pareggio per 1-1 contro la Norvegia, rimandando all’ultima giornata le speranze di qualificazione alla fase finale del torneo europeo. Dopo molte buone occasioni non sfruttate dagli oranje, i primi a passare in vantaggio sono invece gli scandinavi, con Konradsen che sfrutta un pallone vagante nell’area di rigore e batte Drommel. Van Bruggen avrebbe l’opportunità di pareggiare al 70’, con un rigore decretato dall’arbitro per l’atterramento in area di Kallon, ma l’attaccante ajacide tira centrale e si fa respingere il penalty da Bratveit. Al 80’ una punizione di Bazoer sporcata dalla barriera norvegese si infila in rete e ristabilisce la parità, che durerà fino al triplice fischio.

Harkema, 31 marzo 2015, ore 19

SVIZZERA U19-OLANDA U19 0-4
Marcatori: 21' Riedewald (O), 41' e 82' Nouri (O), 73' Van Amersfoort (O).

Arbitro: Steven McLean (Scozia).
È nell'ultima e decisiva partita di questo mini-girone di qualificazione che l'Olanda si scatena, rifilando quattro gol alla Svizzera e volando in Grecia per la fase finale. Sul campo di Harkema i ragazzi di Winter chiudono il primo tempo sul 2-0, per effetto dei gol di Riedewald e Nouri, mentre ad Assen la Norvegia era avanti con lo stesso punteggio sulla Serbia: dopo i primi 45' orange e norvegesi guidavano il raggruppamento con tutti i parametri di spareggio uguali (punti, gol fatti e differenza reti). Nella ripresa, però, le cose cambiano: la Serbia rimonta incredibilmente il match, mentre l'Olanda dilaga, andando a segno ancora con Nouri e poi Van Amersfoort. Grecia, stiamo arrivando..



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Monday 30 March 2015

I protagonisti del calcio olandese - Marc Overmars, una delle ultime grandi ali



Emst, 29 marzo 1973. In un piccolissimo paese della provincia del Gelderland nasce Marc Overmars.
La sua carriera tra i professionisti  inizia già a diciassette anni quando tra le file del Go Ahead Eagles disputa un'ottima stagione in Eerste Divisie (la seconda serie olandese) realizzando una rete in undici presenze.
La velocità e il dribbling nello stretto di questo ragazzino vengono notati dai dirigenti del Willem II, che a soli diciotto anni decidono di scommettere su di lui per l'avventura nella massima serie olandese. E fanno bene, perchè la prima stagione di Overmars in Eredivisie e' devastante: nonostante la giovanissima età è titolare inamovibile della propria squadra, collezionando ben 31 presenze e togliendosi la soddisfazione di segnare la prima rete nel maggior campionato del proprio paese e a fine anno ottiene il premio di miglior talento dell'anno del campionato.
Nonostante il Willem II concluda la stagione in un'anonima dodicesima posizione, Overmars viene contattato dall'Ajax, fresco vincitore di Coppa Uefa. A soli diciannove anni egli si trova così ad avere l'occasione di diventare attore protagonista su uno dei palcoscenici leggendari del calcio: lo stadio De Meer

Vienna, 24 maggio 1995. Durante la prima stagione ad Amsterdam Overmars conferma le grandi aspettative sul suo conto. L'ala olandese è titolare inamovibile nei piani del tecnico Van Gaal tanto che in campionato non salta nemmeno una partita e realizza anche tre reti. La stagione per i "lancieri" si conclude al terzo posto dietro a Feyenoord e Psv Eindhoven ma Overmars si consola con la vittoria in Coppa d'Olanda, la prima presenza in nazionale in Febbraio contro la Turchia e vincendo la Scarpa d'Oro, premio istituito congiuntamente dal quotidiano olandese De Telegraaf e la rivista calcistica Voetbal International, una sorta di pallone d'oro nazionale. Nel 2006 questo premio e' stato incorporato a quello parallelo di Giocatore Olandese dell'anno eletto da una giuria di professionisti dell'Eredivisie, adesso quindi si ha un premio unico.
La stagione 1993/1994 è quella che segna l'inizio del grande Ajax di Van Gaal, la squadra vince Eredivisie e Coppa d'Olanda, Overmars ancora una volta non salta una partita in tutto il campionato e realizza ben 12 reti, numero cospicuo per il ruolo che occupa.
La stagione successiva e' sempre più ricca di trionfi: Campionato, Supercoppa d'Olanda e Champions League in finale vinta a Vienna contro il Milan. Pochi mesi dopo si aggiungeranno anche Supercoppa Europea, Coppa Intercontinentale e un'altra Supercoppa d'Olanda. Compiuti da poco 22 anni, Overmars a livello di club ha già vinto tutto.
Mentre sia lui che la squadra sono all'apice Overmars inizia però ad accusare una serie di infortuni che limitano le sue presenze in campo lievemente nel 1994/1995 e considerevolmente nel 1995/1996. In quest'ultima stagione Overmars colleziona solo 15 presenze in campionato ma condite da ben 11 reti a testimoniare che anche a mezzo servizio il suo contributo e' determinante per la squadra. Anche grazie a lui infatti l'Ajax a fine stagione vince il Campionato per la terza stagione di fila ed e' finalista di Champions League.
La stagione 1996/1997 deve essere per lui quella del riscatto dopo i numerosi infortuni dell'annata precedente ma vari acciacchi lo fermano periodicamente, e' l'ultima stagione dell'era Van Gaal e la squadra disputa un'anonima stagione che si conclude al quarto posto in campionato e nessun trofeo vinto.
L'estate del 1997 e' quella dei grandi cambiamenti in casa Ajax: insieme a Van Gaal se ne vanno Bogarde, Musampa, Kluivert e lo stesso Overmars. Il giocatore accetta l'offerta dell'Arsenal e dopo 135 presenze e 36 gol con l'Ajax, si trasferisce ad Highbury per 5,5 milioni di sterline.


Londra, 16 maggio 1998. Alla corte di Arsene Wenger l'olandese disputa tre ottime stagioni e al primo anno si aggiudica Premier League, Fa Cup - in cui segna il gol vittoria il 18 Maggio in finale contro il Newcastle - e pochi mesi dopo la Charity Shield.
Finalmente Overmars realizza una stagione priva di importanti infortuni e con le sue 12 reti in 32 presenze e' convocato da Guus Hiddink per i Mondiali del 1998.
La nazionale olandese disputa uno splendido Mondiale, Overmars realizza una rete nella goleada contro la Corea del Sud e l'Olanda disputa una competizione da cardiopalma: agli ottavi una rete di Davids al 92' permette di superare la Jugoslavia, ai quarti una magia di Bergkamp al 90' manda a casa l'Argentina, in semifinale con una rete di Kluivert gli orange agguantano all’87’ l’insperato pareggio contro il Brasile. Ai rigori gli errori di Cocu e Ronald De Boer sanciscono l'eliminazione dell’Olanda a un passo dalla finalissima e Overmars è costretto a rinunciare al sogno di emulare la grande Olanda di Cruijff.
Nonostante nelle due stagioni successive l'Arsenal non riesca a cogliere nemmeno un successo, Overmars si dimostra tra i piu' positivi della propria squadra realizzando dapprima 10 poi 13 gol stagionali che gli permettono di essere tra i pilastri della propria nazionale nell’Europeo di casa del 2000.

Amsterdam, 29 giugno 2000. Gli Europei di casa sono l'obiettivo della carriera di una generazione d'oro di campioni olandesi tra cui Overmars.
La squadra guidata da Rijkaard conclude il girone di ferro con tre vittorie in tre partite ai danni di Repubblica Ceca, Danimarca e Francia e ai quarti disintegra la Jugoslavia per 6-1. Overmars è uno dei mattatori della spettacolare squadra olandese e contro gli slavi realizza una doppietta nei minuti finali.
Ad Amsterdam in semifinale il 29 Giugno in uno stadio totalmente arancione gli olandesi si trovano ad affrontare l'Italia di Zoff. Accade di tutto: Overmars e' un dannato sulla fascia e fa impazzire la retroguardia azzurra, Zambrotta viene espulso per doppia ammonizione gia' nel primo tempo, gli olandesi sbagliano due rigori e Toldo vive la miglior giornata della propria carriera. Nonostante per 120 minuti ci sia un dominio totale dell'Olanda, gli azzurri reggono e si va ai rigori sullo 0-0.
Come due anni prima in semifinale contro il Brasile anche questa volta gli olandesi si fermano a undici metri dalla finale, una nazione intera vive il dramma sportivo di un'eliminazione sicuramente immeritata e una generazione di giocatori si rende conto di aver perso un'occasione che non sarebbe tornata mai più.





Barcellona, 3 settembre 2000. Dopo le tre ottime stagioni in Premier League e il grande Europeo del 2000, Overmars saluta l'Arsenal e si accasa al Barcellona per la cifra record di ben 40 milioni di euro. Overmars diviene il calciatore olandese piu' pagato della storia ed il suo trasferimento e' il primo ad essere annunciato via web attraverso il sito del calciatore stesso.
Il processo di ambientamento di Overmars in Spagna e' rapido e nella prima stagione il giocatore realizza 8 reti in 31 incontri ma si trova a giocare in uno dei periodi piu' grigi della gloriosa storia della societa' catalana, i blaugrana concludono la stagione infatti al quarto posto dietro pure a Deportivo e Maiorca oltre che al Real campione.
Nonostante Overmars sia uno dei punti fermi della squadra, a soli 28 anni i problemi fisici che avevano caratterizzato la sua carriera all'Ajax tornano a farsi sentire. Nel 2001/2002 colleziona in totale 20 presenze e nessuna rete, la stagione successiva va un po' meglio con 26 presenze e 6 reti e nell'ultima di nuovo sole 20 presenze saltando praticamente ancora una volta meta' stagione per infortunio.
I continui infortuni non gli negano pero' la possibilita' di partecipare agli Europei del 2004 in cui la sua nazionale si ferma ancora una volta in semifinale.
Al termine della competizione a soli 31 anni Overmas annuncia il ritiro per la persistenza dei problemi alle ginocchia che ne limitano le prestazioni.



Deventer, 1 maggio 2009. Quattro anno dopo il suo ritiro Overmars torna a giocare nei Go Ahead Eagles, la squadra che l'aveva lanciato.
La decisione viene clamorosa annunciata ad Agosto poche settimane dopo la partita d’addio di Stam. La squadra milita in seconda divisione ma Overmars nonostante lo scatto non sia più micidiale come una volta si diverte e di tanto in tanto delizia il pubblico con le sue giocate. Il 1 Maggio 2009 però si rompe ancora una volta una gamba e così è costretto a ritirarsi definitivamente dopo aver collezionato in tutta la carriera 482 presenze e realizzato 95 gol.

Overmars e' stato uno delle ultime grandi ali, uno dei piu' grandi interpreti di un ruolo che oggi lentamente sta scomparendo ma che ha avuto fenomenali rappresentanti come Garrincha, Bruno Conti e molti altri ancora.
Uno dei calciatori piu' inebrianti che si siano mai visti su un campo di calcio e come molti altri non viene ricordato nella maniera che merita.
Memento è stato creato anche per rendere il giusto omaggio a chi per anni ci ha deliziato con le proprie giocate ma che oggi è un pò finito nel dimenticatoio. Il calcio sotto questo punto di vista è ingrato: ti seduce, ti glorifica e poi ti dimentica, un pò come nei più bei film d’amore.
Overmars per anni sulla fascia destra ha girato alcune tra le più belle pellicole degli ultimi anni, il suo calcio non lasciava spazio ad alcun tipo di copione ma era tutto ciak e azione.
Ci sono giocatori nati per correre, altri per vincere tutto, altri ancora semplicemente per farti alzare in piedi applaudire le mani e chiedere il bis. Overmars era uno di questi.

Grazie Marc.

Questo lungo speciale su Marc Overmars è tratto dal sito fantagazzetta.com ed è stato scritto da Fabrizio Felice Scoglio, gentilissimo nel concederci la possibilità di pubblicarlo.

Saturday 28 March 2015

Le probabili formazioni di Olanda-Turchia


 La selezione di Guus Hiddink non sta disputando delle qualificazioni europee esaltanti, le due battute d'arresto contro Repubblica Ceca ed Islanda hanno destato qualche sospetto sull'operato del navigato tecnico olandese. Nell'ultima uscita gli Oranje hanno espugnato la Lettonia con una pioggia di reti, ma questo è solo un piccolo passo verso la conquista della qualifica ai prossimi europei francesi, quest'oggi i tulipani sono di turno contro la Turchia all'Amsterdam Arena. Il tecnico della compagine turca, Fatih Terim, non si è detto impaurito dal blasone olandese, nonostante la terza posizione conquistata ai mondiali brasiliani. Inoltre è una sfida speciale quella che coinvolge la Turchia e Guus Hiddink, poiché quest'ultimo si è seduto sulla panchina dei turchi per quattro anni. 

L'undici iniziale

La formazione con cui scenderà in campo l'Olanda è piuttosto raffazzonata, sopratutto nel reparto avanzato dove i tre titolari: Robben, Van Persie e Depay saranno assenti per svariati motivi. Verrà dato spazio a Huntelaar al centro dell'attacco con Afellay e Narsingh sugli esterni. In mediana si dovrà far fronte alla dipartita di Strootman, sostituito da un brillante Clasie.  In difesa il pacchetto sarà formato da Van der Wiel, De Vrij, Martins Indi e Blind. La porta sarà difesa dal solito Cillessen. Sicuramente un line-up che manca di quel brio offensivo che interpreti come Robben e Depay sanno dare, ma la presenza di Huntelaar è una garanzia in zona goal. La Turchia probabilmente scenderà in campo con questo undici titolare: Volkan Babacan, Gönül, Balta, Gülüm, Erkin, Topal, Belözoğlu, Çalhanoğlu, Töre, Richards, Yılmaz. L'Olanda scenderà in campo alle 20:45 e sarà possibile vedere il match sulla piattaforma Sky. 



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Wednesday 25 March 2015

I talenti del calcio olandese: Vince Gino Dekker, specialista dei cross che milita nell'Ajax


Nato ad Harderwijk, deliziosa (a dispetto del nome, che suggerisce qualcosa come distretto difficile) cittadina della Gelderland, Vince Gino Dekker è un'ala vecchio stile che milita nell'Ajax A1, la selezione corrispondente alle nostre Under 19.
Dopo il primo approccio ad un campo di calcio, avuto a poco più di 4 anni con il DVS '33 di Ermelo, a 7 anni entra a far parte dell'accademia dell'Ajax, una delle più importanti scuole calcio d'Europa. 


Come di consueto nel metodo Ajax, Dekker ha dovuto imparare a destreggiarsi in più ruoli, prima. Da giovanissimo, infatti, ha giocato anche come trequartista, ma in quella posizione del campo si rischiava di limitarne l'estro. Bravi, allora, i preparatori giovanili dell'Ajax, che lo hanno spostato sulla fascia, dove oggi fa sfaceli.
Insieme a Van de Beek, Nouri e Cerny, è uno dei classe 1997 più interessanti che la squadra di Amsterdam sta crescendo, ma a differenza dei sopracitati, non ha ancora avuto neanche il più timido approccio con la prima squadra.
Fisicamente normodotato, essendo alto poco meno di 1 metro ed 80 centimetri e dotato di una corporatura snella, Dekker è un attaccante di fascia mancino, veloce ed abile nello stretto. Il suo cavallo di battaglia, però, è senza dubbio il cross dal fondo, arma che la selezione giovanile dell'Ajax utilizza spesso e che gli ha permesso di farsi notare anche con le selezioni giovanili dell'Olanda.


Grande visione di gioco e propositività sulla fascia sono i suoi punti forti, ma va detto Dekker non è certo velocissimo, caratteristica che lo accomuna a Robert Pires come stile di gioco. Dotato di un sinistro educatissimo, privilegia, proprio per questo, giocare sull'out sinistro nel classico 4-3-3 di scuola olandese, in modo da poter puntare il diretto avversario fino ad arrivare sul fondo prima di passare il pallone ai compagni.
Già messo sotto contratto dall'Ajax, con cui ha un accordo fino al 2017, è in attesa di guadagnare spazio anche fra i più grandi, anche se, considerata la sua giovane età (è nato il 22 marzo 1997) ed il suo talento, di certo non dovrà aspettare troppo tempo.


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Eredivisie, la corsa salvezza entra nel vivo: ecco le ultime 6 giornate di campionato e la situazione delle squadre




A 6 giornate dal termine della stagione regolare, la corsa verso la salvezza in Eredivisie sembra già abbastanza delineata. Ecco la situazione squadra per squadra:

Dordrecht - Occorrerà un vero e proprio miracolo per la squadra allenata da Everse anche solo per raggiungere i play-out, distanti oggi ben 8 punti, mentre la salvezza diretta sembra un’utopia, considerando che anche eventuali vittorie contro Heracles, Cambuur e NAC Breda coprirebbero a malapena questo gap. Dopo il trionfo dello scorso anno in Eerste Divisie, gli Schapenkoppen sembrano mestamente destinati alla retrocessione immediata nella cadetteria olandese. La partita interna contro l’Heracles è davvero l’ultimo treno per rimanere in Eredivisie.

Go Ahead Eagles - La squadra di Deventer è, ad oggi, quella messa peggio fra quelle ancora "a galla", non solo per la posizione di classifica, ma anche e soprattutto per lo stato di forma. Sono infatti 5 le sconfitte consecutive dalle quali viene il club, le quali hanno causato l’esonero domenica di Booy, che aveva già dichiarato di voler abbandonare la panchina della squadra a fine stagione, decisione anticipata dalla società visto lo scarso rendimento nelle ultime uscite.

NAC Breda - Autori di un grande recupero in classifica sulla quart’ultima posizione, i gialloneri di Breda vengono da due vittorie consecutive (1-0 sul Go Ahead Eagles e 4-3 in casa dell’Utrecht venerdì sera) e hanno agganciato al quindicesimo posto proprio le Aquile di Deventer. La salvezza dei Rats passerà quasi sicuramente dalle gare casalinghe (contro Dordrecht, Heracles Almelo e Groningen), decisamente più abbordabili di quelle esterne (in casa di Heerenveen, Ajax e AZ Alkmaar).

Heracles Almelo - Con Ajax e PSV ancora da affrontare nel girone di ritorno, i bianconeri di Almelo dovranno finalizzare al massimo le altre quattro partite, in particolare quelle contro Dordrecht e Go Ahead Eagles: quest’ultima gara molto delicata in programma all’ultimo turno potrebbe rappresentare un vero e proprio spareggio all’ultimo sangue.

ADO Den Haag - Forti dei 3 punti di vantaggio sulla zona rossa, il club dell’Aja affronterà in queste ultime giornate sia trasferte insidiose (in particolare in casa di AZ Alkmaar e Willem II, entrambe invischiate nella corsa ai play-off per l’Europa League), che partite casalinghe non facili, contro avversari in forma e di livello (Utrecht, Vitesse e PSV). Appare quindi già cruciale la delicata partita in casa dei rivali per la salvezza dell’Excelsior, che potrebbe fruttare quei punti fondamentali per avanzare in classifica.

Excelsior - Posizionata 5 lunghezze sopra la zona Nacompetitie, la seconda squadra di Rotterdam ha anche lei un calendario abbastanza complesso, ma due vittorie, ad esempio nelle partite contro ADO Den Haag e Cambuur, potrebbero portare la squadra di Dijkhuizen nelle zone tranquille di classifica.

*le partite in casa sono segnalate con lo sfondo GIALLO
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Tuesday 24 March 2015

Il Twente, sommerso dai debiti, rischia l'esodo dei suoi calciatori


La situazione finanziaria in cui versa il Twente sembra essere a dir poco preoccupante. Le recenti vicende legate alla proprietà dei Tukkers, con il presidente Munsterman che ha lasciato la poltrona di presidente del club dopo la diffusione della notizia dei debiti della squadra, non lasciano ben sperare i tifosi della squadra di Enschede, già vessata da 3 punti di penalizzazione dalla KNVB per gli inadempimenti finaziari.

Con un debito di circa 90 milioni (37 dei quali da saldare a breve termine), sembra essere necessario un deciso taglio a tutte le spese superficiali affrontate dal club che, vale la pena ricordarlo, in estate ha investito meno di un quinto di quanto incassato dalle importanti cessioni di Tadic (venduto al Southampton per 14 milioni) e Promes (ceduto, per poco più di 10 milioni di Euro, allo Spartak Mosca) per accaparrarsi Mokotjo, Ziyech e Kusk.

E' già partito, quindi, lo smantellamento della rosa, depauperata di tutti quei calciatori reputati inutili e con uno stipendio fuori budget, mentre in estate è più che probabile l'addio degli uomini chiave della squadra come Castaignos, che può andare in Germania, e Corona, individuato dal PSV Eindhoven come sostituto ideale di Depay. Saluteranno sicuramente il De Grolsch Veste anche Bengtsson ed Engelaar, il cui contratto non verrà rinnovato, al pari dell''assistente Youri Mulder, dell'allenatore dei portieri Theo Snelders e di tanti altri membri dello staff della prima squadra e della squadra femminile.
Allo stesso modo, anche la squadra giovanile, che milita in Eerstedivisie, vedrà partire molti elementi della rosa e dello staff, non più adatti al progetto di crescita e con uno stipendio reputato già troppo elevato.


Percentuale di conferma per la prossima stagione 90% - Mokhtar, Martina, Schilder, Bjelland, Stevens, Marsman, Lachman, Tapia, ter Avest, Eghan, Andersen, David, (oltre ai giovani Oosterwijk ed Holscher).

Percentuale di conferma per la prossima stagione 50% - Mokotjo, Ziyech, Ebecilio, (oltre ai giovani Van der Heyden e Drommel).

Percentuale di conferma per la prossima stagione 20% - Castaignos, Corona, Borven, Ould-Chikh, Kusk.

Percentuale di conferma per la prossima stagione 0% - Bengtsson, Engelaar, Koppers, Miyaichi, Breukers, Rendla e Bednarek (oltre ai giovani Kwee, de Wit, Tanda, Verlaan e Daniels).

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Monday 23 March 2015

La meravigliosa doppietta di Achahbar decide il big match tra Feyenoord e PSV. L'Ajax ringrazia e va a -8 dai Boeren

  • Depay è il primo giocatore del PSV Eindhoven dalla stagione 2011-12 a segnare più di 17 gol in una sola stagione: in quell’anno Mertens ne firmò 21 e Toivonen 18.
  • Achahbar è andato a segno con 3 dei suoi ultimi 5 tiri in porta per il Feyenoord, decidendo, oltre alla gara contro il PSV, la partita di domenica scorsa in casa del Dordrecht con un suo gol al 92’.
  • Il precedente d’autore: l’ultimo successo del PSV in casa del Feyenoord risaliva al 20 settembre 2009, quando i Boeren, allora guidati in panchina da Rutten, espugnarono Rotterdam per 3-1 grazie alla doppietta di Koevermanse al gol di Bakkal, intervallati da quello di Slory.
(statistiche tratte dall’account Twitter @OptaJohan)

Dopo la sconfitta casalinga di qualche settimana fa contro l’Ajax, l’ultimo vero ostacolo della corsa del PSV Eindhoven verso il titolo d’Olanda era proprio la trasferta al De Kuip, in casa di una delle squadre più in forma e più forti del campionato, il Feyenoord. Il big match della 28.a giornata di Eredivisie è stato deciso dalla bellissima doppietta di Anass Achahbar, attaccante olandese di origine marocchina classe ’94, che ha inflitto ai Boeren il quarto k.o. di questo campionato e parzialmente riaperto il discorso-scudetto: l’Ajax di de Boer, vincendo la gara contro l’ADO, ha accorciato le distanze dal PSV, ora sopra di appena 8 punti. Dopo il 4-3 dell'andata in una partita memorabile, era logico aspettarsi spettacolo anche in questa sfida, e così è stato.

PRIMO TEMPO - Tanto studio da parte delle due squadre e poche reali occasioni da gol nei primi venti minuti di gara, che si accende improvvisamente al 22’ con Depay, lanciato da Maher, che offre un paio di finte ai difensori del Feyenoord ma il suo tiro viene parato bene a terra da Vermeer. Il PSV prende il controllo della gara e si avvicina in più occasioni al vantaggio: de Jong ruba palla a Kongolo in difesa e serve uno smarcato Depay, ma i difensori riescono a recuperare, mentre poco dopo una conclusione dalla trequarti di Maher si stampa clamorosamente sulla traversa e ritorna in campo. Il Feyenoord spinge nel finale, ma nel complesso del primo tempo figura meglio la squadra di Cocu.

SECONDO TEMPO - La seconda frazione di gioco si apre con un calcio di punizione di Depay dalla lunga distanza che viene parato in due tempi da Vermeer. Molto bravo l’assistente dell’arbitro Van Boekel che, dopo che il direttore di gara aveva già decretato un penalty a favore dei Rotterdammers per un fallo di mano di Brenet, si accorge della posizione di fuorigioco di Manu, che aveva influenzato Brenet. Il Feyenoord prende in mano la partita e passa in vantaggio al 59’, con una semi-rovesciata di Achahbar in area sul traversone da centrocampo di Karsdorp, sulla quale Zoet non può opporsi. 

La grande chance per il pari dei Boeren accade già due minuti dopo, quando Depay si fa metà campo palla al piede in contropiede, ma manda alto sulla traversa il tiro finale. Al 63’ Achahbar supera di nuovo Zoet con un sinistro al volo su assist di Boetius, mentre Depay riapre la partita con una gran conclusione dalla distanza che si infila nell’angolino basso dopo alcuni rimbalzi, beffando Vermeer per l’1-2. Gli ultimi venti minuti sono di assedio totale dei PSV, che non riesce ad arrivare al pareggio e incassa, così, il quarto k.o. di questo campionato.

(Fonte foto: www.nu.nl)
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Sunday 22 March 2015

I protagonisti del calcio olandese - Johan Cruijff, il leggendario numero 14



Ritorno dei quarti di finale della Coppa di Spagna 1977–78: al Camp Nou, il Barcellona di Johan Cruijff, che alla fine vincerà il trofeo (3–1 al Las Palmas), riceve il piccolo Deportivo Alavés e, malgrado il sorprendente 1–0 di Vitoria, il pronostico pare a senso unico. A metà della ripresa, il gioco viene interrotto per un fallo senza importanza e Cruijff comincia protestare. L’arbitro, in manifesta sudditanza psicologica, si dilunga in spiegazioni e il siparietto esaspera il giovane Jorge Valdano che sbotta: al capitano “blaugrana” suggerisce di tenersi il pallone e di darne un altro alle due squadre affinché continuino la partita, mentre al direttore di gara consiglia di lasciare all’olandese anche il fischietto perché tanto si è capito chi comanda.
Il Profeta del gol, con uno sguardo a metà fra il compatimento e la noia, gli chiede come si chiama e quanti anni ha. Alle risposte dell’ingenuo attaccante – “Jorge Valdano, ventidue” – fa seguito, pronta e glaciale, la controreplica: “Ragazzino, a ventidue anni a Cruijff si dà del lei”. Alle parole seguono rapidamente i fatti: Johan Cruijff entra in area a tutta velocità, inseguito proprio da Valdano. L’olandese si arresta di colpo, l’argentino riesce a evitare l’impatto, ma Cruijff frana a terra in modo del tutto credibile: rigore! Barcellona 1, Alaves 0, primo e decisivo passo verso il 2–0 che varrà la semifinale. Tutto questo e molto di più era Cruijff: in campo ha (quasi) sempre avuto ragione lui; fuori, in panchina o davanti ai microfoni, pure. Troppo bravo, e consapevole di esserlo, per piacere agli altri. Hendrik Johannes (Johan) Cruijff nasce il 25 aprile 1947 alla periferia di Amsterdam, al n. 92 della Tuinbeuwstraat. Il quartiere fa onore al suo nome, Betondorp (villaggio di cemento) perchè non c’è un filo d’erba.

Il padre Manus e la madre Nel Draaijer vi si erano trasferiti dal rione Jordaan, dopo aver acquistato una modesta dimora con annesso negozietto di frutta e verdura, l’attività di famiglia da un paio di generazioni (erano fruttivendoli anche il padre e un fratello del signor Cruijff). L’infanzia del piccolo Johan non può definirsi felice: una bicicletta è il suo piccolo grande sogno, che rimarrà inappagato. Col fratello Heini, che ha due anni più di lui, e con gli altri bambini del quartiere gioca interminabili partite a pallone. Il suo talento naturale ha dello stupefacente: a cinque anni, grazie anche al collo del piede quasi “piatto” dovuto ad una malformazione congenita, arriva senza sforzo a 150 palleggi consecutivi. Lo stadio dell’Ajax Amsterdam, che dista appena 200 metri da casa, diventa praticamente la sua residenza. Il piccolo Johan trascorre ore ed ore ad assistere agli allenamenti. Johan Cruijff, soprannominato “Jopie” dalla madre è il predestinato: a 3 anni riceve il primo completino della squadra e a 9 ha in dono il primo paio di scarpe da calcio “vere”, per i tempi un lusso difficilmente sostenibile. Appena esce da scuola corre immediatamente allo stadio dell’Ajax Amsterdam, dove si è fatto un grande amico, il magazziniere, che chiama affettuosamente Zio Henk. Lo aiuta a sbrigare qualche lavoretto come lucidare le scarpe da gioco, gonfiare i palloni, piazzare le bandierine dei calci d’angolo.
Tra i giocatori e i dirigenti dell’Ajax Amsterdam, Johan diventa popolarissimo e sempre più spesso gli viene regalato il biglietto per assistere alle partite. Al compimento del decimo anno di età entra a far parte delle giovanili dell’Ajax Amsterdam insieme al fratello Heini. Lui centravanti e il fratello stopper. Johan ha un fisico gracilissimo, dimostra appena sei anni, ma strabilia compiendo prodezze in serie. A 13 anni perde il padre per un attacco cardiaco e i problemi della famiglia diventano drammatici, anche perchè la madre nel giro di poco tempo deve cedere casa e negozio. Johan ottiene per lei, dal vicepresidente dell’Ajax Amsterdam, un posto come donna delle pulizie allo stadio e come commessa al banco del bar. Johan Cruijff continua ad essere un protagonista dei campionati giovanili: in un anno segna 74 reti! Vic Buckingham, l’allenatore inglese della prima squadra, comincia a tenerlo d’occhio. Su Johan l’inglese lavora sodo. Ne frena l’istinto individualista e ne potenzia il fisico con allenamenti specifici. Tecnicamente però non gli insegna nulla: sa già tutto. A 14 anni Johan vince il suo primo campionato nella categoria “ragazzi” giocando con la maglia numero 14. questo fatto lo induce a credere ciecamente che il 14 gli porti fortuna e fa di tutto per poter giocare sempre con questo numero, in un epoca in cui i numeri con la prima cifra diversa dall’1 e la personalizzazione delle casacche sono un’astrusità inimmaginabile. A 16 firma il primo cartellino: passerà alla storia l’aneddoto che lo vede interrompere la madre intenta a pulire il pavimento, perché “tu sei la madre di Cruijff”.

Il 15 novembre 1964, a 17 anni, esordisce in prima squadra in FC Groningen–Ajax Amsterdam 3–1. Rispetto agli avversari, gente del nord, alta e grossa, il talentuoso magrolino (1,76 x 67) è in chiaro deficit fisico (un suo corner non arriva nemmeno in area), ma sul piano tecnico si dimostra una spanna sopra tutti. Alla seconda partita da titolare, nel 5–0 interno contro il PSV Eindhoven, va in gol dopo aver fatto passare la palla sopra la testa di tre avversari, alla quarta si presenta davanti al portiere dopo un dribbling ubriacante, lo chiama fuori dai pali e lo dribbla due volte prima di mettere la palla in rete. Lo stadio comincia a riempirsi di gente che vuole vedere questo fantastico ragazzino. E lui non delude nessuno: è dappertutto, letteralmente. In difesa, a centrocampo, in zona gol. Batte a rete di destro, di sinistro, di testa. Incanta soprattutto il modo personalissimo con cui palleggia e calcia con l’esterno del piede destro. Gli bastano poche apparizioni per diventare titolare inamovibile. Il 29 novembre, l’Ajax Amsterdam viene seppellito di reti, 9–4, sul campo del Feyenoord Rotterdam, un risultato che assesta un tremendo scossone alla già traballante panchina di Buckingham. L’Ajax Amsterdam è pericolosamente vicino alla zona retrocessione ed il 21 gennaio 1965, all’indomani del pareggio nel derby con il DWS Amsterdam, Buckingham viene esonerato. Tre giorni dopo, gli subentra il “generale” Rinus Michels, 38enne ex centravanti del club, che impone una rigida disciplina in campo (allenamenti durissimi) e fuori (in ritiro vieta perfino di giocare a carte). Il 24 marzo 1965, a Leeuwarden, Johan Cruijff debutta nella Nazionale Giovanile per gli Europei di categoria.

A 19 anni vince il campionato ed esordisce, con gol, in Nazionale: Olanda–Ungheria 2–2, gara nella quale accade l’episodio, mai chiarito, del pugno all’arbitro. Cruijff, primo espulso di sempre nella storia della selezione arancione, ha sempre negato di averlo sferrato, ma questo non basta ad evitargli una squalifica (di un anno poi ridotta a 6 mesi) figlia soprattutto del clamore suscitato dalla vicenda. In patria intanto, la fama di Cruijff, secondo olandese a passare professionista (il primo era stato il compagno di reparto Piet Keizer), cresce esponenzialmente con i successi della squadra. A 20 anni campionato e coppa, oltre alla classifica dei marcatori con 33 reti.
Dell’Ajax Amsterdam che si porta rapidamente ai vertici del calcio internazionale è l’uomo più rappresentativo. Nel 1971 vince per la prima volta il “Pallone d’Oro” di France Football quale miglior calciatore europeo dell’anno, trofeo che gli sarà assegnato anche nel 1973 e 1974, quando risulta il più ammirato protagonista del Mondiale che l’Olanda chiude al secondo posto dietro la Germania Ovest. Nel 1972 centra il primo “Grande Slam” della storia del calcio, anche se allora nessuno si sogna di chiamarlo così: in bacheca arriva Campionato e Coppa Nazionale, la Coppa dei Campioni vinta contro l’Internazionale FC con una doppietta di Cruijff, la Coppa Intercontinentale e la neonata Supercoppa Europea.
Nell’estate del 1973, dopo aver vinto tutto con l’Ajax Amsterdam (6 campionati, 4 Coppe d’Olanda, 3 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe Europea, 1 Coppa Intercontinentale e due titoli di capocannoniere), si trasferisce al Barcellona. Il passaggio ai Blaugrana non è così semplice poiché l’Ajax Amsterdam e il Real Madrid si sono segretamente accordati per il trasferimento di Johan Cruijff alla corte delle Merengues. Ma Johan si ribella perchè vuole il Barcellona dal momento che ha fatto una promessa al presidente Montal e quindi vuole i soldi che il massimo dirigente catalano gli ha promesso tre anni prima. A questo punto inizia il braccio di ferro tra Johan Cruijff e l’Ajax Amsterdam che prosegue fin dopo l’inizio del campionato olandese, ma il clima ostile che si respira all’interno della squadra per inevitabili gelosie, anche a livello economico, spingono Johan Cruijff a rifiutarsi di giocare e a minacciare il ritiro, anche perchè sembra che il Barcellona voglia puntare su Gerd Müller. Il giocatore è difeso apertamente da Rinus Michels, allenatore del Barcellona e della nazionale olandese. Alla fine arriva il sospirato trasferimento in Catalogna per la cifra astronomica di tre milioni di fiorini olandesi, circa seicentomila euro di allora.
Nasce così l’avventura forse più affascinante che il calcio moderno può raccontare, una storia d’amore senza paragoni fra un campione, che ha la fama di essere antipatico, ed una città, un popolo, molto diversi da lui. L’amore che il campione ha per questa terra, per questa squadra e questo popolo è tale che al momento di battezzare il suo terzo figlio, Johan Cruijff lo chiamerà Jordi, in onore del santo protettore della Catalogna. Il Barcellona sta vivendo un periodo delicato e non vince la “Liga” da ben quattordici anni, ed ora, con l’arrivo del “papero d’oro”, Rinus Michels non ha più alibi e deve vincere. Tuttavia, a causa di cavilli “tecnici” legati alla definizione del contratto, curata dal suocero, il miliardario commerciante di diamanti Cor Coster, Johan Cruijff può arrivare a Barcellona solo in ottobre quando la squadra blaugrana è penultima in classifica con tre sconfitte in sette gare ed è stata già eliminata in Coppa UEFA.

Il 28 ottobre 1973, di fronte ad un Camp Nou pieno all’inverosimile, finalmente Johan Cruijff debutta nella Liga, segna due reti, ed il Barcelona CF trionfa per 4–0 sul Granada. Il 22 dicembre 1973 segna una delle più belle reti mai viste su un campo di calcio: rovesciata di tacco nella vittoria, per 2–1, contro l’Atletico Madrid. È L’inizio di una cavalcata trionfale per il “Barça” e per i suoi tifosi che stanno per vivere un’avventura che fino a qualche mese prima non avrebbero neppure osato a sognare. Ventisei partite consecutive senza sconfitte, nove vittorie di fila e una stagione che tocca il suo apice il 16 febbraio 1974: il Barcelona CF, trascinato da un Johan Cruijff straordinario, umilia il Real Madrid al Santiago Bernabeu con un incredibile 5–0.
Coi catalani vince subito un campionato e una coppa di Spagna nel 1978, ma l’avventura iberica gli riserva soprattutto dolori: le feroci polemiche con gli arbitri, il killeraggio scientifico di spietati difensori come Villar, la paura di rapimenti, l’influenza filo franchista del Real Madrid. Inoltre, dopo la partenza di Rinus Michels, arriva un sergente di ferro come il tedesco Weisweiler che lo considera semplicemente un giocatore. La sconfitta di Montal alle elezioni e la partenza di molti uomini della vecchia guardia lo costringono ad annunciare il ritiro dalle scene calcistiche a solo 31 anni. È L’anno dei Campionati del Mondo in Argentina, ma ad allenare “l’arancia meccanica” non c’è più Rinus Michels, ma un altro “orso” come l’austriaco Ernst Happel, pertanto Johan Cruijff capisce di non essere più il leader assoluto e rinuncia a parteciparvi.
Una serie di investimenti sbagliati (mal consigliati dal finanziere internazionale Jack van Zanten), tra cui un allevamento di maiali in una fattoria sui Pirenei, lo costringono al ritorno agonistico. A sollecitarlo è chi ne cura gli interessi, cioè il ricchissimo suocero Cor Costner, re dei diamanti e padre dell’ex fotomodella Danny che Johan ha sposato il 2 dicembre 1968. E’ questa la fase più brutta della carriera di Cruijff che, in versione globetrotter ma ormai parodia di se stesso, cerca di spremere gli ultimi spiccioli dal suo straordinario talento. Rifiutato un ingaggio miliardario propostogli dai New York Cosmos (anche) perchè giocavano su erba sintetica, nel 1979 Cruijff firma per i Los Angeles Aztecs e l’anno successivo veste la maglia dei Washington Diplomats.
Il 2 marzo 1981 ritorna al calcio europeo col Levante, seconda divisione spagnola. Dopo 9 mesi, e una decina di partite senza gloria nè soldi, ecco la resurrezione: il 6 dicembre dello stesso anno eccolo nuovamente con la maglia dell’Ajax Amsterdam che, al De Meer, batte 4–1 l’Haarlem (straordinario il suo gol in pallonetto). Assieme al giovane Rijkaard disputa altre due stagioni, vincendo due campionati e una coppa. In tutti lo danno per finito: su tutti il presidente Ton Harmsen, col quale non instaurerà mai lo stesso, conflittuale eppure produttivo, rapporto che aveva, negli anni d’oro, col predecessore Jaap van Praag. In totale con i lancieri disputa 275 partite di campionato con 205 reti prima di passare al Feyenoord Rotterdam della matricola Gullit nell’estate del 1983 vincendo subito il campionato, il nono, e la Coppa d’Olanda, la sesta della sua carriera.
Due anni dopo è di nuovo con l’Ajax Amsterdam, questa volta come consulente tecnico. Poi subentra a Leo Beenhakker e ricostruisce dalle fondamenta il settore giovanile. Nel 1987 guida i biancorossi alla conquista della Coppa delle Coppe contro i tedeschi orientali del Lokomotiv Lipsia grazie ad un gol di Marco Van Basten. L’anno seguente, le divergenze di vedute con la dirigenza, gli fanno capire che è giunto il momento di nuove sfide.

Come il suo maestro Michels, torna in Catalogna per allenare il Barcelona CF, la cui casacca di riserva diventa arancione, come la maglia della nazionale olandese, in onore del grande campione olandese. Nel 1989 bissa il successo in Coppa delle Coppe quindi, quello che non gli era risuscito da calciatore gli riesce da allenatore: è il 1992, e con un gol dell’olandese Ronald “Rambo” Koeman, il Barcelona CF vince la sua prima Coppa dei Campioni con il suo campione più amato in panchina. Johan Cruijff lascia una traccia indelebile come allenatore: oltre alla Coppa dei Campioni conquista ben quattro campionati consecutivi (di cui 2 gentilmente regalati da Real Madrid ed Atletico Madrid) ed una Coppa di Spagna.
In Europa diverte tanto, ma vince meno di quanto potrebbe (memorabile il 4–0 di Atene ’94 inflittogli nella finale di Coppa dei Campioni dal Milan AC di Fabio Capello). Nel 1996, i dirigenti del Barcelona CF, con in testa il presidente Josep Luis Nuñez, suo nemico storico, gli presentano il conto: due anni di insuccessi sono troppi per chi pretende di fare sempre di testa propria, e così lo mettono alla porta. Cruijff potrebbe allenare dove e quando vuole, ma preferisce occuparsi della sua salute (dopo i due by pass del 1991 è diventato testimonial di una celebre campagna antifumo: “nella mia vita ho avuto solo due vizi: uno, il calcio, mi ha dato tutto, l’altro, il fumo, stava per togliermelo”); della formazione calcistica dei ragazzi e della loro istruzione; della fondazione benefica che porta il suo nome; dei tornei di calcio a sei (il campo è di 42 x 28 tutti multipli di 14), patrocinati dal quotidiano De Telegraaf. Scrive libri (il suo “Mi piace il calcio, ma non quello di oggi), fa l’opinionista tv senza peli sulla lingua, gioca a golf e si dedica ai nipoti.
Sommando la carriera di giocatore “totale” a quella di allenatore coraggioso e innovativo, non appare ardua la tesi che vuole Cruijff fra i più grandi, se non il più grande, di ogni epoca. Nessuno tra i fuoriclasse che capeggiano le classifiche all time ha saputo dimostrarsi tale anche da allenatore: non Alfredo Di Stefano (che però qualcosina l’ha vinta), non Maradona e tantomeno Pelè, che neanche ci ha provato. L’unico che può reggere il confronto è Franz Beckenbauer, l’amico nemico di sempre, campione del mondo da capitano e da allenatore. Johan Cruijff, ormai, ci ha fatto il callo e nemmeno protesta più.

Go Ahead Eagles, la situazione precipita: esonerato Booy



Appena due settimane fa Foeke Booy, allora allenatore del Go Ahead Eagles, aveva deciso di lasciare a fine stagione la panchina della squadra di Deventer, facendo “una scelta sulla base di una sensazione, quella sensazione ha detto che sono pronto per un cambiamento e la voglio seguire. Non c'è nessun nuovo club all'orizzonte, in realtà ho scelto l'incertezza, ma sono pronto per qualcosa di diverso. Di cosa si tratti, lo dirà il futuro.” 

Questa mattina, all’indomani dell’ennesimo k.o., il quinto consecutivo e diciassettesimo da inizio stagione in Eredivisie, questa volta contro il Vitesse (0-2), la dirigenza ha esonerato il tecnico, che lascia la squadra a -2 dalla zona salvezza, in una posizione non certo drammatica, considerando anche i prossimi avversari nelle sei partite cruciali della stagione. 

Da gennaio appena 2 vittorie e un pareggio in 11 partite di campionato, poco gioco e situazione sempre più pericolosa: queste le motivazioni che hanno spinto i vertici della società a cambiare la panchina del Go Ahead Eagles, affidata ora ad-interim all’assistente Dennis Demmers, mentre secondo la NOS il successore potrebbe essere Alfons Groenendijk, esonerato a inizio marzo dal ruolo di direttore tecnico del club rumeno dell’Universitatea Cluj.

(Fonte foto: www.nos.nl)

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Friday 20 March 2015

Olanda, tra i convocati di Hiddink c'è Dost, out Van Persie


Il c.t. dell’Olanda Guud Hiddink ha rivelato durante una conferenza stampa tenuta questa mattina i 24 giocatori convocati per le due sfide in programma il prossimo weekend, ovvero l’importantissima partita di qualificazione a Euro 2016 di sabato 28 marzo contro la Turchia e l’amichevoledi martedì 31 marzo contro la Spagna, entrambe in programma all’Amsterdam Arena. 

Confermato l’attaccante del Wolfsburg Bas Dost, pronto per la prima partita con la compagine Oranje, mentre dovrà rinunciare ai due match il capitano Robin van Persie, out per un infortunio alla caviglia. Rispetto aipre-convocati della settimana scorsa, mancano all’appello Sven van Beek, Jeroen Zoet, Quincy Promes, Eljero Elia, Ricardo van Rhijn e Ron Vlaar, mentre sono stati aggiunti dal c.t. il centrocampista dell’Ajax Davy Klaassen e quello del Napoli Jonathan de Guzman.

Ecco l’elenco completo dei convocati di Hiddink per le due partite:
  • Portieri: Jasper Cillessen (Ajax), Tim Krul (Newcastle), Kenneth Vermeer (Feyenoord)
  • Difensori: Daryl Janmaat (Newcastle), Gregory van der Wiel (PSG), Jetro Willems (PSV), Daley Blind (Manchester United), Bruno Martins Indi (Porto), Jeffrey Bruma (PSV), Stefan de Vrij (Lazio), Joel Veltman (Ajax)
  • Centrocampisti: Jordy Clasie (Feyenoord), Jonathan de Guzman (Napoli), Georginio Wijnaldum (PSV), Wesley Sneijder (Galatasaray), Nigel de Jong (Milan), Davy Klaassen (Ajax), Ibrahim Afellay (Olympiakos)
  • Attaccanti: Bas Dost (Wolfburg), Luuk de Jong (PSV), Luciano Narsingh (PSV), Klaas Jan Huntelaar (Schalke), Memphis Depay (PSV), Arjen Robben (Bayern)
(Fonte foto: www.goal.com)

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Thursday 19 March 2015

PEC Zwolle: per celebrare la vittoria in Coppa d'Olanda arriva la maglietta.. con la pagina del Televideo!



In 104 anni di storia il PEC Zwolle aveva disputato a malapena una decina di stagioni nella massima serie olandese, l’Eredivisie, non riuscendo mai a conquistare alcun trofeo o posizione sopra l’ottavo posto finale. Ma nel 2013, con l’arrivo in panchina di Ron Jans, il vento cambiò: i Blauwvingers inanellarono una serie di risultati incredibili, riuscendo ad aggiudicarsi la prima e storica Coppa d’Olanda della loro storia il 20 aprile 2014, sconfiggendo con un sonoro 5-1 i pluripremiati campioni dell’Ajax.

Come celebrare al meglio la miglior stagione della squadra di Zwolle? L’idea, secondo l’Algemeen Dagblad, venne ad un tifoso del club, che chiese al PEC il permesso di produrre una maglia celebrativa.. utilizzando la pagina del Televideo olandese dedicata alla storica partita! Siglato un accordo con il club di Zwolle, la maglia è ora in vendita dallo scorso lunedì nel negozio ufficiale dei Blauwvingers e si può acquistare a € 29,95 a questo indirizzo. Che ne dite, vi piace come idea?

(Fonte foto: www.whoateallthepies.tv)

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Tuesday 17 March 2015

Eerste Divisie: NEC Nijmegen a valanga sul Volendam. Venerdì è già tempo di promozione in Eredivisie?



Troppo forti per l’Eerste Divisie. Fin dalla prima partita, lo scorso 10 agosto, tutti avevano capito che il NEC Nijmegen, retrocesso appena tre mesi prima insieme a Roda JC e RKC Waalwijk, avrebbe dominato il campionato, riprendendosi quello che gli spettava: la massima serie olandese. Venerdì sera, dopo mesi e mesi di vittorie e record, di goleade come quella di lunedì contro il Volendam (7-0 il risultato finale con i gol di Ars, doppietta, Jahanbakhsh, Waalkens, Limbombe, Foor e Zwarthoed, autogol), potrebbe arrivare già la matematica promozione in Eredivisie, considerando i ben 21 punti di vantaggio sulla seconda (l’Eindhoven, sconfitto nell’ultimo turno per 3-2 in casa dell’Emmen, trafitto dalla doppietta di Peters e dal gol di Bannink) e i 25 punti sulla terza (il Roda JC, al terzo k.o. nelle ultime quattro partite, caduto in casa per 4-2 dal Telstar).


Venerdì alle 20, in contemporanea con l’anticipo di Eredivisie tra Utrecht e NAC Breda, le città di Maastricht ed Eindhoven saranno collegate da un doppio filo riguardante la piazza più ambita dalle compagini della Eerste Divisie: in caso di vittoria del NEC in casa del MVV, qualunque sia il risultato dall'altro campo, la squadra allenata da Ruud Brood sarebbe matematicamente promossa, in quanto a +21 a 7 giornate dal termine e con la differenza reti, primo criterio in casa di parità, decisamente a favore (+59 contro +22 dell’Eindhoven). Nel caso, comunque improbabile, che il NEC non vincesse a Maastricht, bisognerebbe allora vedere il parziale del Jan Louwers Stadion, dove i padroni di casa affrontano lo Sparta Rotterdam. Non ci resta che aspettare..

Classifica


(Fonte foto: www.voetbalzone.nl)

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Sunday 15 March 2015

Tutto facile all'Abe Lenstra Stadion. L'Ajax batte l'Heerenveen per 4 a 1


  • Ben 3 delle ultime 4 sconfitte più sonore (più di 3 goal subiti) dell'Heerenveen sono arrivate contro l'Ajax.
  • Con 11 goal in questa stagione, Milik ha già battuto il record dello scorso anno di Klaassen e Sigthorsson, fermatisi a quota 10.
  • Ajacied e Superfriezen, quando si incontrano, fanno scintille! Sono ben 33 i  goal segnati nelle ultime 7 gare di Eredivisie tra Ajax ed Heerenveen (media di 4,7 a partita).
  • Daley Sinkgraven non soffre il ritorno nel suo stadio. All'Abe Lenstra Stadion il centrocampista trasferitosi all'Ajax nella sessione invernale di mercato firma ben 2 assist.
  • Media età bassissima. 22,6 gli anni di media dei padroni di casa (abbassata a 21,9 con i cambi). 21,9 quella dell'Ajax (abbassata a 21,4 dopo le sostituzioni). 

Sorride la domenica pomeriggio di Frank de Boer, che ritrova la vittoria dopo la sconfitta in Europa contro il Dnipro ma non riesce a recuperare neanche un punto al PSV Eindhoven, vincente contro il Groningen.
Senza Viergever (squalificato) e Kishna, che a causa dell'alterco con l'allenatore è stato messo fuori rosa per la trasferta di Heerenveen, l'Ajax vince in maniera convincente, lasciando speranzosi i propri tifosi per quanto riguarda la gara di Europa League di giovedì prossimo, nonostante gli acciacchi di Boilesen, uscito infortunato, ed El Ghazi.

E' una frustata da fuori area di Arek Milik, arrivato al decimo goal in questo campionato, a sbloccare il risultato. Il suo tiro, al termine di una azione convulsa al limite dell'area dei frisoni, è imprendibile per Nordfeldt, che deve arrendersi a subire il 31esimo goal in Eredivisie.
Passano cinque minuti e l'Ajax raddoppia sfruttando un calcio d'angolo, su cui risulta decisivo il colpo di testa di Davy Klaassen, a digiuno in campionato da tre mesi esatti. Il suo tocco, liberatosi sul primo palo, spiazza l'estremo difensore dell'Heerenveen, che può solo guardare il pallone insaccarsi alle sue spalle.
La reazione dei padroni di casa arriva alla mezz'ora, quando Larsson cerca, dalla destra, un compagno al centro dell'area, trovando invece Veltman, la cui deviazione beffa Cillessen. Il difensore ajacide si fa perdonare tre minuti dopo, quando svetta in maniera perentoria su invito su punizione di Sinkgraven e sigla il 3 a 1 con cui si chiude il primo tempo.

Nel corso della ripresa l'Ajax gestisce al meglio il suo vantaggio, pungendo ad intermittenza. In una di queste occasioni, con la retroguardia dell'Heerenveen totalmente sbilanciata, Milik punisce nuovamente la squadra di Lodeweges, firmando il definitivo 4 a 1 per gli ospiti, arrivati alla diciottesima vittoria in campionato (la terza consecutiva).






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Il Groningen mette paura al PSV ma Isimat Mirin risolve la partita: Boeren sempre a +11 sull'Ajax

  • Luuk de Jong ha segnato 4 gol e 3 assist nelle sue ultime quattro partite contro il Groningen.
  • Il gol di Botteghin è la prima rete del Groningen non messa a segno da Chery, De Leeuw e Rusnak dal lontano 25 ottobre 2014 (autogol esclusi). Chiamala varietà.
  • Sergio Padt del Groningen è l’unico portiere ad aver respinto due rigori in questa Eredivisie. Eroe.
  • Il PSV ha fallito quattro degli ultimi cinque calci di rigore assegnati in Eredivisie.
  • Il Groningen è l’unica squadra che è riuscita a segnare almeno un gol in trasferta contro il PSV in ciascuna delle ultime 7 stagioni di Eredivisie (le partite in questione finirono, rispettivamente dal dicembre 2008 in poi, 4-2, 3-1, 1-1, 6-1, 5-2, 2-3 e 2-1 oggi).
  • Nei 35 precedenti giocati in casa del PSV, i Boeren hanno perso solo una volta (il 29 marzo 2014 la gara terminò 2-3, con i gol di Depay, Locadia, Zivkovic, Kostic e Chery).
  • Il precedente d’autore: la vittoria più ampia del PSV risale al 22 dicembre 2001, quando i Boeren strapazzarono per 8-0 gli avversari, trascinati dalla tripletta di Jan Vennegoor of Hesselink (gli altri gol portano la firma di Ooijer, Bouma, Rommedahl, e Ramzi, autore di una doppietta).
(statistiche tratte dall'account Twitter @OptaJohan)

Non una bella prestazione quella sfoggiata dal PSV Eindhovenquesto pomeriggio, spesso in netta difficoltà di fronte ad un buon Groningen, ma l’importante era vincere e la vittoria è arrivata, anche se sofferta, per 2-1. Ci è voluto un gol nel secondo tempo del francese Isimat Mirin per consentire ai Boeren di Cocu di mantenere intanto il vantaggio di 11 lunghezze nei confronti dell’Ajax, vittorioso sul campo dell’Heerenveen per 4-1, mentre rimane il rammarico per gli ospiti, che si sono visti sfumare il pareggio dopo una gara giocata molto bene.

Al momento della discesa in campo delle due squadre, i tifosi del PSV tributano una bellissima coreografia al messicano Guardado, con tanto di bandiera tricolore del Paese centramericano formata dai cartoncini tenuti dai supporter della curva e la scritta “Andrés Guardado nuestra aguila de oro mexicana, tiene que estar en el PSV Eindhoven. Nuestra casa es tu casa Andrés.” Dopo due belle occasioni sciupate nei primissimi minuti di gioco da Van der Velden e Chery, i Boeren trovano il gol al 12’ con Georginio Wijnaldumche chiede e ottiene una bella triangolazione con de Jong, superando Padt con un destro a giro che non lascia scampo all'estremo difensore ospite. 

Al 27’ lo stesso capitano del PSV viene steso in area di rigore da Kappelhof che viene ammonito, ma dal dischetto si presenta de Jong, che rassicura Guardado e Wijnaldum ma si fa parare il tiro dagli 11 metri da Padt, mentre il successivo tap-in di Depay viene annullato dall’arbitro in quanto il talento di Moordrecht era partito nettamente in area e non fuori come prescrive il regolamento: giusto, perciò, il calcio di punizione indiretto ordinato dal direttore di gara. Dalla mezz’ora del primo tempo il PSV soffre le veloci ripartenze e gli affondi del Groningen, che trova il pareggio al 43’ con Eric Botteghin che devia di testa un corner dalla destra di Rusnak e sigla il gol dell’1-1: da sottolineare la non-marcatura di de Jong, che lascia l’avversario colpire indisturbato il pallone.

Nella ripresa il copione non cambia: il Groningen non disprezza a giocare la sua partita nella tana della capolista, mentre il PSV agisce soprattutto in contropiede, portandosi in vantaggio al 66’ con il francese Nicolas Isimat Mirin che gira in porta un calcio d’angolo rimesso al centro dell’area da un colpo di testa di de Jong. Una decina di minuti più tardi l’ex Gladbach sbaglia clamorosamente il tocco sotto per il 3-1 a pochissimi centimetri dalla linea di porta, mentre nel recupero ci prova anche Depay a trafiggere Padt, ma la sua conclusione da centrocampo con il portiere ospite in attacco finisce di poco alta sulla traversa. Dopo 2' di recupero, il match del Philips Stadion termina sul 2-1 per il PSV.


(Fonte foto: www.nusport.nl e account Twitter @voetbalzonenl)

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Friday 13 March 2015

Europa League - L'Ajax cade in Ucraina ma la qualificazione resta aperta


  • L'Ajax non si qualifica ai quarti di finale di Europa League dal 1997/98. All'epoca, in quella che era chiamata Coppa UEFA, fu eliminato dallo Spartak Mosca.
  • Nei due precedenti incontri con una squadra ucraina, gli Ajacied non avevano mai perso (una vittoria ed un pareggio contro la Dinamo Kiev).
  • La squadra di Amsterdam è l'unica, tra le 16 ancora in corsa, ad aver vinto lo scorso campionato nel proprio paese.

Dopo oltre 300 minuti, l'Ajax subisce un goal in una competizione europea, cedendo il passo al Dnipro nella gara di andata degli ottavi di Europa League. L'ultima volta si giocava in Champions League e la rete portava la firma di Edinson Cavani, nel 3 a 1 inflitto dal PSG milionario, ma in quel caso la squadra di Amsterdam aveva ben figurato contro un avversario decisamente più forte.
A Kiev, location per la gara scelta dall'UEFA, preoccupata dal vento bellico che soffia sull'estremo Est dell'Europa, scende in campo un Ajax svogliato e privo di idee. Il recuperato Milik, assente nell'ultima gara di campionato, tocca a malapena un pallone interessante prima di venire sostituito da Zivkovic, nel finale di gara. Tutta la squadra gira poco e, come spesso accade, i ragazzi di De Boer riescono a pungere solo sugli sviluppi dei calci da fermo.

Il campo pesante e forse il lungo viaggio, oltre alle fatiche che la squadra stenta a nascondere dall'inizio del 2015, permettono al Dnipro di far valere quel fattore campo che, giocando in un'altra città, si credeva fosse annullato. Lo stadio Olimpico di Kiev è semivuoto, vero, ma la squadra di Myron Markevych gioca con l'intensità che ci si sarebbe aspettati a Dnipropetrovsk. Così, dopo un paio di brividi per Cillessen, la squadra di casa passa grazie ad un goal di Zozulya, bravo a sfruttare un pallone che per troppo a lungo ha ballato nell'area di rigore ajacide.
L'Ajax barcolla, ma viene tenuto a galla dal suo portiere, al momento tra i migliori in Europa per rendimento. Ad un minuto dalla fine, Veltman getta all'aria, da poco più di un metro, l'occasione che avrebbe permesso ai suoi di trovare un pareggio dopotutto immeritato.

Durante la seconda frazione di gioco il copione non cambia. Il Dnipro, schierato con le linee di difesa e centrocampo molto vicine, imbriglia l'Ajax e riparte, sfruttando le amnesie della retroguardia olandese. Male, nel reparto difensivo dell'Ajax, soprattutto Boilesen, capitano per l'occasione.
Nonostante i cambi (dentro Sinkgraven per Serero e Kishna per Schone), la manovra resta lenta e prevedibile, non agevolata certo dalle pessime condizioni del campo. Così, in attesa di potersi giocare la qualificazione ai quarti di finale la settimana prossima, il risultato finale, seppur deludente, non chiude il discorso qualificazione per l'Ajax.


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Scandalo in casa Ajax! Arrestati per aggressione ad un poliziotto tre talenti delle giovanili


Aggiornamenti del 17 marzo - Scagionati Bulut ed El Mahdioui, l'unico indiziato per l'aggressione dell'agente in borghese resta Zakaria El Azzouzi, che dovrà essere processato nelle settimane a venire. Per lui, come per i due compagni, l'Ajax ha previsto delle pene severe: oltre ad una multa, è stata prevista la sospensione dalla squadra (fino alla fine della stagione per El Azzouzi, mentre di solo un mese per Bulut ed El Mahdioui) e l'obbligo di allenarsi da soli e partecipare ad iniziative benefiche patrocinate dalla Ajax Foundation.

Samet Bulut, Zakaria El Azzouzi ed Ashraf El Mahdioui (nella foto), tre talenti della selezione A1 dell'Ajax, sono stati arrestati perchè sospettati di aver aggredito una poliziotta in borghese. Tutto è successo ieri sera, proprio dopo che la prima squadra aveva concluso il match (perso per 1 a 0) di Europa League contro il Dnipro. I tre ragazzi, talenti già abbastanza conosciuti in Europa grazie a quanto fatto nella UEFA Youth League, sono accusati di aver bloccato il passaggio dell'auto guidata dalla donna e, di fronte alle rimostranze di questa, averla prima insultata e poi aggredita. A suffragare questa versione, che se venisse confermata porterebbe non pochi guai ai tre calciatori di 18 anni, ci sarebbero le indicazioni di alcuni testimoni presenti al momento del fatto.


L'episodio, ovviamente, ha subito scatenato una serie di polemiche in Olanda. Geert Wilders, fondatore e leader del PVV (Partito per la libertà), politico della destra olandese, ha subito chiesto pubblicamente di ritirare la nazionalità olandese ai tre ragazzi e di rispedirli in Marocco. Molto più cauto, invece, è stato un portavoce dell'Ajax: "Si tratta di qualcosa di molto grave, su cui però non prenderemo alcuna posizione finchè non si saprà esattamente cosa è successo".





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Wednesday 11 March 2015

Ajax, ecco la probabile formazione per la gara contro il Dnipro. Tornano in gruppo Milik e Moisander


Dopo tre stagioni (l'ultima volta risale al 2011) l'Ajax Amsterdam torna a giocarsi l'accesso ai quarti di finale di Europa League. Domani, alle 19:00, i ragazzi di Frank de Boer affronteranno il Dnipro, terzo nel proprio campionato ed usciti vincenti dal doppio confronto con l'Olympiakos.
Teatro della trasferta ucraina sarà lo stadio Olimpiyskyi di Kiev, visto che la UEFA, per ragioni di sicurezza, ha deciso di non far disputare le gare a Dnipropetrovsk.
Sono 19 i convocati per la gara di andata degli ottavi di finale, tra cui anche Milik e Moisander, entrambi assenti nella gara di campionato contro l'Excelsior, vinta per 1 a 0 grazie ad un goal di Anwar El Ghazi.

Con ogni probabilità, De Boer opterà per l'undici che offre più garanzie, considerate le speranze di ben figurare che l'allenatore dell'Ajax ripone nel suo gruppo. A porta confermatissimo Cillessen, con la classica linea a quattro composta, da destra verso sinistra, da Van Rhijn, Veltman, Viergever (preferito al partente Moisander) e Boilesen. Il terzetto di centrocampo dovrebbe avere tra i propri interpreti Bazoer, Serero e Davy Klaassen, con Sinkgraven pronto a subentrare, mentre in attacco, se Milik dovesse essere recuperato al 100%, oltre a lui dovrebbero a giocare Schone ed El Ghazi. In alternativa, pronta la soluzione d'emergenza con Schone centravanti ed El Ghazi e Kishna ai suoi fianchi.

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Olanda, ecco i pre-convocati di Hiddink per le partite contro Turchia e Spagna: c'è anche Bas Dost


È stata da poco diramata la lista dei 28 pre-convocati dal c.t. Guus Hiddink per le due sfide di fine marzo che vedranno impegnata l’Olandaprima contro la Turchia (28 marzo 2015), nell'ambito delle qualificazione per Euro 2016, e poi in amichevole contro la Spagna (31 marzo 2015, entrambe all’Amsterdam Arena). 

Out il capitano e attaccante del Manchester United Robin van Persie, la punta di diamante dell’elenco è Bas Dost: il centravanti del Wolfsburg, completamente rinato durante questa stagione e in particolare dal 30 gennaio scorso, giorno in cui siglato una doppietta storica al Bayern Monaco, ponendo fine alla sua imbattibilità, ha messo a segno finora 13 gol in 13 presenze in Bundesliga, nonché una doppietta in Europa League allo Sporting Lisbona e un gol in Coppa di Germania. Già convocato nel 2012 dall'allora selezionatore van Gaal, dovette fare forfait per un infortunio alla caviglia, l’attaccante ex Heerenveen è pronto per il suo debutto internazionale con la Nazionale olandese. 

Grazie alle sue grandi prestazioni con il Southampton ritorna dopo oltre due anni di assenza Eljero Elia, convocato per l’ultima volta nel novembre 2012, mentre si rivede anche Daryl Janmaat del Newcastle, protagonista in negativo nella trasferta contro la Repubblica Ceca, dove l’Olanda venne battuta per 2-1. Fuori per i rispettivi infortuni anche Leroy Fer, Karim Rekik e Paul Verhaegh. Il maggior fornitore, come d’altronde anche nelle ultime partite, rimane il PSV Eindhoven, con 7 giocatori convocati (Zoet, Bruma, Willems, Wijnaldum, Depay, Narsingh e de Jong).

Ecco l'elenco completo dei pre-convocati di Hiddink per le due partite:

(Fonte foto: www.eurosport.yahoo.com)

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Monday 9 March 2015

Feyenoord-NAC Breda impressa nella storia. Al De Kuip usata per la prima volta la tecnologia Hawk-eye per assegnare un goal



La vittoria per 3 a 0 del Feyenoord sul NAC Breda è destinata a ritagliarsi un piccolo spazio nella storia del calcio. Allo stadio De Kuip, infatti, per la prima volta è stata utilizzata la tecnologia Hawk-eye per aiutare l'arbitro ad assegnare, o meno, un goal.

E' il minuto numero 10 quando una conclusione sporca di Lex Immers ha costretto Ligeon, terzino del NAC, a spazzare il pallone alla disperata per impedirgli di entrare in porta. Sforzo vano, purtroppo per i Rats, perchè l'occhio di falco ha già avvertito Pieter Vink (tramite una sorta di orologio che il direttore di gara deve indossare nel corso della partita) che la sfera è andata oltre la linea di porta e che, quindi, il risultato è cambiato.


"E' una svolta storica", ha dichiarato Vink, intervistato sull'episodio. "Ne io nè il mio assistente avevamo visto la palla entrare in rete, ma grazie all'aiuto della tecnologia abbiamo potuto convalidare il goal. E' giusto così e nessuno può protestare", ha poi continuato il quarantottenne direttore di gara nato a Noordwijkerhout

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