Saturday 4 October 2014

La storia dell'Heerenveen: diventare grandi, rimanendo piccoli


La provincia settentrionale della Frisia è un posto "diverso". Solo 640,000 persone vivono in quella zona d'Olanda, che ha il proprio inno nazionale e la propria identità linguistica (Attenzione, non sia mai detto che si tratta di un dialetto!): il frisone, una lingua che ricorda molto gli idiomi scandinavi per quanto riguarda la "durezza", ma evidentemente legata anche al neerlandese.
La bandiera frisona, che ha strisce blu e bianche diagonali con i caratteristici petali di pompeblêden, la ninfea rossa, si ritrova sulla storica, riconoscibilissima, uniforme del club della piccola cittadina di Heerenveen, 30,000 abitanti, tutti letteralmente innamorati della loro squadra. Lo stadio è sempre esaurito e prima di ogni partita l'inno frisone viene cantato a squarciagola da tutti i presenti.

Fondato nel 1920, sotto il nome di Athleta, nel giro di due anni il club calcistico assunse il nome con cui è conosciuto attualmente. La squadra, sin dall'inizio e soprattutto a cavallo dell'occupazione nazista, dominava letteralmente la scena calcistica all'epoca della suddivisione in campionati regionali, anni prima della creazione dell'attuale Eredivisie.

Anche lo stadio è intitolato ad un eroe frisone: Abe Lenstra (1920-1985), entrato nella leggenda del calcio olandese in un pomeriggio di primavera di quasi 70 anni fa. I tifosi più anziani ricordano ancora quel 7 Maggio 1950, quando lo Sportclub Heerenveen sconfisse l'Ajax di Rinus Michels per addirittura 6 reti a 5, in quella che molti reputano la più leggendaria partita mai giocata in Olanda.
I padroni di casa, sotto di 5 reti a una quando mancavano venticinque minuti alla fine della partita, vennero letteralmente trascinati dal Sig. Lenstra, che cambiò totalmente marcia alla sua squadra, portandola allo storico, incredibile, trionfo.
Quest'impresa (perchè di impresa, seppur sportiva, si tratta) fece si che Lenstra cadesse nelle mire di vari clubs italiani e francesi. Tutte le offerte furono gentilmente rispedite al mittente, perchè Lenstra volle sempre rimanere a casa, nel "suo" stadio.


Fonte foto feantastisch.nl
Il legame per la tradizione frisone ed folklore che accompagnava il club fece dell'Heerenveen la seconda squadra di ogni buon olandese. E' sempre stato facile per gli altri tifosi simpatizzare per i Superfriezen, anche perchè sia i giocatori che i tifosi stessi erano amichevoli sul campo quanto sugli spalti. Si trattava, insomma di una squadra divertente ma anche un pò naif.

Dopo il primo, storico ma altrettanto sfortunato, approdo in prima divisione, la seconda promozione in Eredivisie, arrivata nel 1993, significò l'inizio di uno dei più grandi successi del calcio olandese moderno. Guidato da due frisoni, il presidente Riemer van der Velde e l'allenatore Foppe de Haan, che allenò il club dal 1985 al 2004 (solo l'allenatore dell'Auxerre Guy Roux è rimasto più a lungo sulla panchina di un solo club), l'Heerenveen cominciò a scalare, nel corso degli anni 90, l'elite calcistica oranje, fregiandosi di essere il primo club frisone a giocare il massimo campionato olandese. Un bel dispetto, insomma, ai rivali del Cambuur di Leeuwarden, cittadina più grande e distante solo 30 chilometri da Heerenveen.

Il 1993 fu anche l'anno della finale di Coppa Olandese, ma l'Ajax di Van Gaal si dimostrò troppo superiore e, con un roboante 6-2, si vendicò della sconfitta di una trentina di anni prima.

Nel corso degli anni, un nuovo stadio, ovviamente nominato nuovamente Abe Lenstra Stadium, una più marcata professionalità ed il supporto di fans devoti e degli sponsor concessero la possibilità all'Heerenveen di aumentare il proprio budget ed iniziare ad acquistare più giocatori, soprattutto nei vicini paesi scandinavi. La crescita coincise con una seconda finale di Coppa nazionale, persa contro il Roda JC, e con la qualificazione in Coppa UEFA. 
Il vero e proprio picco del club biancoblu, però, si ebbe nella stagione 1999-2000, conclusasi con una spettacolare e storica qualificazione in Champions League. I risultati non furono ottimi, ma tutto ciò contava poco per la gente della Frisia, estasiata per aver conosciuto il circo milionario dell'Europa che conta.
Il primo successo è arrivato nel 2009, anno in cui, finalmente, in Frisia si è potuto festeggiare per la vittoria della Coppa d'Olanda, vinta ai rigori contro il Twente.

L'Heerenveen ha ottimi - ma sottostimati - settori giovanili e talent scout: dalla squadra inferiore è uscito van Nistelrooy anni fa e Klaas-Jan Huntelaar più recentemente, acquistati per tanti milioni da PSV ed Ajax. Basacikoglu, Ziyech, Finnbogason sono altri nomi che nelle ultime stagioni hanno fruttato ingenti somme di denaro al club, che continua a seguire la propria filosofia, cercando di diventare grande, pur tenendo un profilo basso. E se chiederete ad un tifoso come la loro squadra pensa di vivere il calcio moderno dei soldi e del business, vi sentirete rispondere: "Vedremo come andrà a finire. Ma una cosa è certa: ci divertiremo da matti". 

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