Wednesday 23 April 2014

La storia del PEC Zwolle: la fenice d'Olanda


Un club giovanissimo, nato nel 1990 e che ha debuttato in Eredivisie nel 2002, ha di recente letteralmente schiaffeggiato l'Ajax, il club più blasonato d'Olanda, rifilandogli un sorprendente 5 a 1 nella finale di Knvb Beker, la Coppa d'Olanda.
Domenica 20 aprile 2014 è stato un giorno speciale per i blauwvingers allenati da Ron Jans, ottimo allenatore, capace di rendere il meglio con una formazione oggettivamente modesta.

Dopo alcuni anni in cui ha dato il meglio di sè nella seconda serie del paese, il club biancoblu ha iniziato a dare filo da torcere agli avversari anche in Eredivisie, proponendosi come una interessante realtà dell'OverIJssel.
Il club dell’antico centro commerciale di Zwolle, capoluogo della sopracitata provincia, ha delle radici che risalgono addirittura al lontanissimo 1910. All’epoca, dopo la fusione del Prins Hendrik (ricordato anche come PH) e dell’ EDN (acronimo di Ende Desespereert Nimmer), i tifosi della zona videro sorgere la 'PH EDN Combination', o più semplicemente PEC, società che riuscì a raggiungere la finale di coppa d’Olanda, edizione 1928, poi persa contro l’RCH Hilversum.
Il PEC Zwolle, che dal 1955 divenne un club professionistico così come tante altre squadre in Olanda, viene ricordato dai vecchi tifosi di calcio come “la squadra ammazzagrandi che vestiva una divisa verde”. La reputazione fu guadagnata grazie ai successi sul Feyenoord, PSV ed Ajax ottenuti all’Oosterenk Stadion negli anni 70 e, soprattutto, 80.

Memorabile è la vittoria per 3-0 sull’Ajax in un quarto di finale della KNVB Beker, anche perché l’anno in cui si disputò la partita era il 1976, quando l’Ajax era reputata tra le squadre più forti d’Europa. A quasi quarant'anni di distanza, le gesta si sono ripetute contro gli ajacidi e la vittoria ha regalato ancor più soddisfazione, consegnando ai giocatori un inaspettato trofeo.

Sorprendente è un aggettivo che ben si lega a questa squadra: durante la sua prima partecipazione all’Eredivisie, nel 1978, il PEC Zwolle stupì tutti gli scettici, arrivando addirittura all’ottavo posto (che rimane la migliore posizione mai raggiunta dal club) guadagnato anche grazie a vittorie come quella per 1-0 ad Eindhoven contro il PSV.
La squadra, che tra le sue fila aveva una serie di giovani talenti, Rinus Israel su tutti, per sopravvivere nella massima competizione olandese aveva bisogno di fondi. Quando la Slavenburgse Bank, di proprietà del presidente del club Van der Wal, fu costretta a dichiarare la bancarotta per un debito di oltre sei milioni di fiorini, al vertice del club fu necessario un passaggio di mano, agevolato dall’intervento di Martin Eibrink, facoltoso businessman locale che appianò i debiti e cambiò nome alla squadra in PEC Zwolle ’82, quasi a voler marcare l’ulteriore rinascita del club dell’Overijssel. Tra gli interventi voluti da Eibrink va ricordato anche il rinnovamento dello stadio Oosterenk, la cui tribuna principale è stata poco dopo intitolata a Johan Cruijff (cosa che, stranamente, non è accaduta in nessuno stadio d’Olanda, nemmeno ad Amsterdam), proprio perché il giocatore disputò lì il suo ultimo match ufficiale, il 13 maggio 1984.
Con Eibrink, arrivarono giocatori leggendari come Johnny Rep e Cees Van Kooten, che, seppur alla fine delle loro carriere, alzarono ulteriormente il livello tecnico della squadra. Il sogno, però, venne spezzato da una serie incredibili di infortuni che falcidiarono la squadra, retrocessa mestamente in Eerstedivisie nel 1985.
La retrocessione, però, apparve come un piccolo incidente di percorso, minimizzata ulteriormente dagli ottimi risultati ottenuti nel corso degli anni e dal calcio spettacolo ed offensivo offerto dalla squadra, allenata, nell’anno della retrocessione, da un giovane ed ancora sconosciuto Co Adriaanse. 


Con il nuovo allenatore e con il talentuoso centrocampista Foeke Booy, che in carriera, con il PEC Zwolle 82, ha segnato 37 gol in 77 partite. L’aumentare del tasso tecnico della squadra, però, stranamente coincise con il diminuire dell’entusiasmo degli sponsor della squadra. Il vulcanico Eibrink, stanco della poca fiducia data alla propria squadra anche dalle autorità locali, lasciò il club, facendolo piombare in una tremenda crisi finanziaria, acuita dalla nuova retrocessione del 1989. Il collasso era solo agli inizi, perché susseguirono le proteste dei giocatori che non ricevevano gli stipendi da mesi e la Slavenburgse, banca che era alle spalle del club da oltre dieci anni, smise di finanziare un club i cui conti erano quasi perennemente in rosso. Nel marzo del 1990, il PEC Zwolle 82 cessò di esistere, dovendo forzatamente dichiarare la bancarotta.
Come una fenice, però, la squadra rinacque pochi mesi dopo, sotto una nuova denominazione: FC Zwolle. Una nuova organizzazione societaria, nuovi sponsor, nuovo simbolo ed anche nuovi colori sociali (si passò dal verde all’odierna divisa a strisce orizzontali bianche e blu) lanciarono con entusiasmo la nuova squadra. Un giovanissimo Jaap Stam, insieme a Konterman, Hasma e Van der Vegt portarono subito il Blauwvingers a sfiorare la promozione in Eredivisie ed all’incredibile, per una squadra appena nata, quarto di finale di Coppa, perso contro il Feyenoord ai calci di rigore.
Nel corso degli anni, i biancoblu dell’Overijssel hanno puntato tutto sul raggiungimento della massima serie, ottenuto grazie alla vittoria del campionato di Eerstedivisie del 2003, ove rimasero per due anni, prima di retrocedere miseramente con soli 7 punti ottenuti nell’arco del campionato. Negli ultimi anni, però, l’interesse dei tifosi della provincia si è focalizzato sull’Heracles Almelo, che vincendo il campionato di Eerstedivisie del 2004, che vedeva proprio lo Zwolle tra i favoriti, ed ottenendo discreti successi anche in Eredivisie, ha oscurato la stella dei Blauwvingers, ora, però, finalmente tornati in alto. Paradossalmente, ancora una volta nella loro storia.

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