Tuesday 2 December 2014

La storia del Feyenoord: la prima squadra olandese a vincere in Europa


Primo club olandese ad imporsi in campo internazionale, il Feyenoord Rotterdam, nei primi anni della sua storia deve subire la supremazia cittadina dello Sparta Rotterdam, l’altra grande squadra della città. 


Fondato il 19 luglio 1908, il Feyenoord vince il primo Campionato nel 1924, quando lo Sparta ne ha già conquistati quattro. Il Feyenoord s’impone nuovamente nel 1928, mentre nel 1930 vince per la prima volta la Coppa d’Olanda superando, per 1–0 un’altra formazione di Rotterdam, l’Excelsior. Successo che ripete nel 1935, battendo per 5–3 l’Helmond Sport. In questo stesso anno, il 22 luglio, iniziano i lavori per la costruzione del Feyenoord Stadion. A darne simbolicamente l’avvio è il giocatore Gerard “Puck” Van Heel, capitano della squadra. Lo stadio, chiamato anche “de kuip” (il catino), è ancor oggi fra i più capienti e funzionali d’Europa e venne inaugurato il 27 marzo 1937 con una gara amichevole contro i belgi del Beerschot, che il Feyenoord vinse per 5–2. Qualche mese più tardi, il 2 maggio, sono 60 mila gli spettatori che lo gremiscono per assistere a Olanda–Belgio.

Il Feyenoord Rotterdam vive il suo primo grande periodo verso la fine degli anni ’30, quando vince il campionato nel 1936, nel 1938 e nel 1940, alternandosi nella leadership nazionale con l’Ajax Amsterdam, l’altra big del calcio olandese, dando così vita a un’appassionante sfida che si protrae nel tempo. I suoi giocatori più rappresentativi sono il mediano sinistro Gerard “Puck” Van Heel, mitica figura del calcio olandese del periodo, per ben 64 volte membro della Nazionale, l’attaccante Leen Vente, autore di 19 reti nelle 21 partite giocate con la maglia arancione, il gigantesco portiere Adri van Male (196 cm di statura), e il mediano destro Bas Paauwe, tutti punti fermi della rappresentativa olandese.

Gerard "Puck" van Heel, in un immagine tratta dal sito sportgeschiedenis.nl
Negli anni ’40, pur disponendo di giocatori di buon talento come il mediano sinistro Adri de Vroet (22 volte nazionale) o come l’interno ambidestro Kees Rijvers (33 volte nazionale, poi professionista in Francia con il Saint Etienne AS e in seguito allenatore di successo), il Feyenoord Rotterdam non riesce a far sua alcuna manifestazione. La crisi di risultati prosegue anche negli anni ’50, nonostante la squadra figuri regolarmente fra le più agguerrite. Nell’estate del 1955 viene acquistato per 25.000 fiorini dallo Xerxes, formazione minore di Rotterdam, il giovane attaccante Coen Moulijn che, con uno stipendio di 2.200 fiorini, diventa il primo giocatore professionista del club.
Moulijn, ala sinistra dal gioco lineare e incisivo, insieme a Henk Schouten e a Cor van der Gijp, dà vita a un eccellente trio d’attacco che richiama allo stadio un numero sempre crescente di spettatori. Il Feyenoord Rotterdam torna a proporsi come squadra di vertice assoluto nel 1960, quando conclude il campionato in vetta alla classifica con gli stessi punti dell’Ajax Amsterdam, che poi vince lo spareggio per 5–1.

Inizia in questo modo un pò amaro un decennio ricco di soddisfazioni. L’anno seguente il Feyenoord Rotterdam si prende una prima rivincita precedendo di due punti gli eterni rivali dell’Ajax Amsterdam e tornando a vincere il campionato dopo 21 anni. Lo squadrone di Rotterdam si conferma al vertice in campo nazionale anche la stagione successiva, quando debutta nella Coppa dei Campioni, eliminando gli svedesi dell’IFK Göteborg prima di venire estromesso, negli ottavi di finale, dagli inglesi del Tottenham Hotspur.
Un anno più tardi il Feyenoord Rotterdam è fra le grandi protagoniste del torneo: raggiunge sorprendentemente le semifinali dove viene eliminato dal Benfica di Eusebio. Hanno la possibilità di farsi conoscere in campo internazionale giocatori di sicuro valore come il portiere Eddy Pieters Graafland, il terzino Veldhoen, i mediani Kreijermaat e Klaassens (degno erede di van Heel e de Vroet), e gli attaccanti Bennaars, van der Gijp, Bouwmeester e Moulijn.

Nel 1965 il Feyenoord Rotterdam fa piazza pulita in Olanda vincendo sia la Eredivisie che la Coppa d’Olanda, 1–0 sul Go Ahead Eagles Deventer. Protagonista numero uno di questa strepitosa stagione è il centravanti Piet Kruiver che, reduce da una negativa esperienza nel campionato italiano col Vicenza, conosce un rilancio in grande stile, riconquistando la maglia della Nazionale. Un anno più tardi si imporrà fra i marcatori con 23 reti, al pari di Willy van der Kuijlen del PSV Eindhoven. Insieme a Kruiver si mettono in mostra anche alcuni giovani molto promettenti, come i difensori Libregts e Haak e l’ala destra Bergholtz. Nel panorama calcistico olandese comincia intanto a brillare di intensissima luce la stella dell’Ajax Amsterdam del fenomenale Johan Cruijff. Per il pur forte squadrone di Rotterdam imporsi in campionato diventa sempre più difficile, tanto che per tre stagioni consecutive deve accontentarsi del secondo posto, subito dietro ai lancieri.


Alla guida del Feyenoord Rotterdam arriva il mago austriaco Ernst Happel, che modella la squadra amalgamando le diverse caratteristiche dei giocatori. Ne esce un “prodotto” pressoché perfetto, equilibrato, solido in ogni reparto, che fa del ritmo e della collettività le armi vincenti. Una formazione organica, che difende a zona e attacca in massa. Un primo efficace esempio di calcio totale.
Nel 1969 il Feyenoord Rotterdam ottiene un “double” esaltante. Campionato d’Olanda, precedendo naturalmente l’Ajax Amsterdam, e Coppa d’Olanda, sul PSV Eindhoven dopo due gare: la prima rimasta inchiodata sull’1–1 anche dopo i supplementari; la seconda vinta per 2–0. Il centravanti svedese Ove Kindvall, già capocannoniere un anno prima con 28 reti, si ripete raggiungendo quota 30, così come van Dijk del FC Twente Enschede. Il Feyenoord Rotterdam si dimostra squadra completa, ormai pronta per qualsiasi traguardo. Eddy Pieters Graafland è un portiere di sicuro affidamento; il perno della difesa è Rinus lsraël, uomo-ovunque. Nel centrocampo brilla la stella di Wim van Hanegem, grande organizzatore e temibilissimo bombardiere, dotato com'è di una terrificante botta dalla distanza. Lo affiancano adeguatamente l’inesauribile Wim Jansen e l’austriaco Hasil, fine palleggiatore. ln attacco, come punta di diamante, opera lo svedese Kindvall, implacabile cacciatore di gol. Lo spalleggia l’ormai esperto Moulijn, un’ala capace di portare lo scompiglio in qualsiasi retroguardia avversaria.

Se di Moulijn abbiamo già parlato, merita un capitolo a parte Wim van Hanegem. Per anni è l’idolo indiscusso del de Kuip, lo stadio del Feyenoord Rotterdam, e per i tifosi riveste i panni dell’anti Cruijff, ma rispetto al fuoriclasse dell’Ajax Amsterdam ha caratteristiche meno appuriscenti. Non è un uomo gol, ma un grande organizzatore del gioco, dal passo costante anche se un pò lento e dalla straordinaria resistenza allo sforzo. Usa quasi esclusivamente il piede sinistro, ma lo fa con grande maestria. Duro, insuperabile nel tackle, è molto temuto per il terrificante tiro dalla distanza. Quando si porta in zona gol per i portieri avversari son dolori. I suoi tifosi lo ribattezzano “Der Kromme”, il gobbo, per la caratteristica andatura barcollante. Il mondo scopre Wim van Hanegem, talentuoso centrocampísta del Feyenoord Rotterdam e della Nazionale Olandese (45 presenze e 6 reti), in occasione del Mondiale di Germania del 1974. Ha ormai trent’anni, essendo nato a Utrecht il 20 febbraio 1944. Nell’Olanda macina-avversari, van Hanegem si segnala per essere sempre al centro della manovra e per il numero infinito di palloni che tocca con grande abilità. Sono molte le società che a fine torneo si interessano a lui. In modo particolare alcune spagnole e francesi. L’età non più verde e le eccessive richieste del Fevenoord Rotterdam fanno si che Wim non si muova da Rotterdam. Come tanti calciatori olandesi della sua generazione, van Hanegem acquista una mentalità professionistica solamente verso la fine della carriera.
Per diversi anni il calcio per Wim è solo un hobby, forse meno importante della pesca. Acquistato dallo Xerxes Rotterdam nel 1968, van Hanegem è comunque per dieci stagioni l’uomo più rappresenrativo del Feyenoord Rotterdam, prima squadra olandese a salire sui gradini più alti delle competizioni internazionali.

Il 1970 è un anno fondamentale nella storia del calcio olandese, che proprio grazie al Feyenoord Rotterdam s'impone per la prima volta in Europa vincendo la Coppa dei Campioni, traguardo mancato dall’Ajax Amsterdam un anno prima. La squadra di Happel si presenta alla finale di Milano dopo aver eliminato formazioni di grosso spessore come l’AC Milan, detentore del trofeo e vincitore poco tempo prima della Coppa Intercontinentale, ed il Legia Warszaw dei talentuosi Deyna e Gadocha. Se la deve vedere con una squadra dalle grandi tradizioni come il Celtic Glasgow, che ha vinto la Coppa dei Campioni tre anni prima. Alla rete iniziale dello scozzese Gemmill, risponde due minuti dopo il difensore lsraël.
Per assegnare il trofeo si deve ricorrere ai supplementari, dove una rete di Kindvall consente al Feyenoord Rotterdam di salire sul gradino più alto d’Europa. 

In un primo tempo il mondo del calcio continentale accetta con poco entusiasmo la supremazia del Feyenoord Rotterdam, squadra non ancora ben conosciuta. Le perplessità svaniscono pochi mesi dopo quando gli uomini di Happel conquistano la Coppa Intercontinentale superando l’Estudiantes, formazione argentina nota per la violenza del suo gioco, specie sul terreno di casa.
La gara di andata, a Buenos Aires, vede gli olandesi impartire un’autentica lezione di calcio collettivo agli argentini, che soltanto faticosamente arrivano al pareggio: 2–2. Nel retour-match di Rotterdam, malgrado la resistenza e l’ostruzionismo degli avversari, il Feyenoord Rotterdam si impone per 1–0, issandosi così sul tetto del mondo.

Nel 1971 il Feyenoord Rotterdam s’impone nuovamente in campionato, precedendo naturalmente l’Ajax Amsterdam. Kindvall è ancora capocannoniere, questa volta in solitudine, con 24 reti. Dopo due campionati conclusi alle spalle dei lancieri di Amsterdam , nel 1974 il Feyenoord Rotterdam vive un’altra grande stagione, vincendo il campionato e la Coppa UEFA.
Nella doppia finale prevale sul Tottenham Hotspurs, mettendo fine ad un’egemonia del calcio inglese, nel torneo, che durava da sei stagioni. Dopo il 2–2 di Londra, il Feyenoord Rotterdam fa sua la Coppa UEFA vincendo per 2–0 a Rotterdam. Autore della prima rete è il giovane difensore Wim Rijsbergen, che qualche mese più tardi, al Mondiale di Germania, risulta il miglior stopper della manifestazione. Insieme a lui, nell’Olanda che si classifica seconda, figurano altri due giocatori del Feyenoord Rotterdam, i centrocampisti Jansen e van Hanegem. Inizia qui per il Feyenoord Rotterdam un periodo di lento, ma costante declino. A farla da padroni, in Olanda, sono l’emergente PSV Eindhoven ed il solito Ajax Amsterdam.

Lo squadrone di Rotterdam torna al successo solo nel 1980, quando vince la Coppa d’Olanda superando l’Ajax Amsterdam per 3–1. La stagione seguente il Feyenoord Rotterdam si prefigge un ambizioso traguardo: vincere la Coppa delle Coppe e risultare così la prima squadra europea a fare l’en-plein delle tre Coppe Europee. In semifinale però sono i georgiani della Dinamo Tbilisi, poi vincitori del torneo, a infrangere i sogni del Feyenoord Rotterdam. La squadra di Rotterdam cambia allenatore nella stagione successiva: Hans Kraaij prende il posto di Vaclav Jezek e, nel 1983, grazie in particolare ai gol del centravanti Peter Houtman, capocannoniere con 30 reti, il Feyenoord Rotterdam esce dalla mediocrità classificandosi secondo in campionato dietro all’Ajax Amsterdam, che nel frattempo ha ritrovato il grande Johan Cruijff. Durante l’estate accade l’incredibile: il presidente Kerkum riesce a strappare all’Ajax Amsterdam nientemeno che il “Papero d’Oro”!
Il Feyenoord Rotterdam, che già dispone dell’astro nascente Ruud Gullit e di diversi buoni giocatori come il portiere Jop Hiele e i difensori van de Korput, Wijstekers, Troost e lvan Nielsen, diventa praticamente insuperabile. Campionato e Coppa d’Olanda (1–0 sul Fortuna Sittard) sono di nuovo suoi.

La stupenda stagione appena conclusa si dimostra però un fuoco di paglia. Passano ben sette anni prima che la squadra di Rotterdam riesca ad alzare al cielo un trofeo. Sulla panchina del Feyenoord Rotterdam si succedono, senza fortuna, Ab Fafié, Rinus Israël, Rob Jacob e Pim Veerbek. Con la coppia Wim Jansen e Gunder Bengtsson arriva la Coppa d’Olanda nella stagione 1990–91. Con Hans Dorje la stagione seguente arriva un’altra vittoria in Coppa. È il preludio al successo in Eredivisie.
A questo punto Wim Jansen ha un colpo di genio: capisce che sul campo la squadra ha bisogno di una figura carismatica. È lui stesso a scegliere Wim van Hanegem, leader del grande Feyenoord Rotterdam. La scelta di van Hanegem come allenatore coglie di sorpresa i tifosi e gli osservatori per almeno due motivi. Il primo è una quasi totale mancanza di esperienza. È vero, dall’86 al ’91 van Hanegem si è fatto le ossa come vice-allenatore presso Feyenoord Rotterdam, FC Utrecht e FC Wageningen, ma oltre a non avere vinto nulla è rimasto sempre nell’ombra. Inoltre, non ha il patentino da allenatore. Depone a suo favore il fatto che deve lavorare con quello che passa il convento. I punti di forza della squadra sono tutti giocatori atleticamente temibili ed aggressivi, ma tecnicamente lontani mille miglia sia da Amsterdam che da Eindhoven. De Wolf, biondo pilastro della difesa, è noto per la sistematicità con la quale demolisce gli avversari. A centrocampo torreggia Metgod il quale, non per nulla, ha militato per diversi anni nel campionato inglese. Nel settore offensivo manca un vero regista; sulle fasce la squadra si affida alla velocità di Blinker e Taument mentre a centro area l’arma vincente è spesso costruita sulla furbizia dell’ungherese Jozef Kiprich. È proprio Kiprich, del resto, a regalare al Feyenoord Rotetrdam quel tocco in più che le consente di beffare il PSV Eindhoven. Con van Hanegem in panchina arrivano altre due Coppe d’Olanda e niente più. È destino che il Feyenoord Rotterdam non riesca ad aprire un ciclo; devono passare altri sei anni prima che a Rotterdam possano alzare al cielo il piatto d’argento.

Il quattordicesimo titolo della storia del club di Rotterdam arriva sotto la guida di Leo Beenhakker. Se era difficile prevedere il dominio incontrasto dell’Ajax Amsterdam, al contrario era stata ampiamente prevista la stagione di transizione del PSV Eindhoven. Ne approfitta quella vecchia volpe di Leo Beenhakker capace di fare il vuoto dietro il suo Feyenoord Rotterdam e rilanciare la sua carriera, messa in dubbio da qualche passo falso di troppo negli ultimi anni. Ceduto ai Glasgow Rangers l’elemento di maggior tasso tecnico, il terzino mancino Giovanni Van Bronckhorst, sostituito con il nazionale Under 21 Patrick Paauwe, Beenhakker ha costruito un collettivo tutto sostanza: il capitano Jean Paul Van Gastel in cabina di regia e il danese Jon Dahl Tomasson in rifinitura, le uniche due concessioni stilistiche. Il fiore all’occhiello è stata la difesa bunker: è bastato inserire Bert Konterman in mezzo ai rodati Ulrich Van Gobbel e Kees Van Wonderen, con il polacco Jurek Dudek a fare i miracoli tra i pali. In attacco una coppia d’urto formata dal centravanti argentino Julio Ricardo Cruz e Peter Van Vossen.


Nelle stagioni seguenti il Feyenoord Rotterdam ottiene solo piazzamenti senza mai poter lottare per il titolo. Si arriva così alla stagione 2001–02. L’allenatore Bert Van Marwijk è riuscito a riportare il sorriso al Feyenoord Rotterdam, nonostante la qualità del gruppo sia buona ma non eccelsa. Non poteva sicuramente bastare l'arrivo di Pierre Van Hooijdonk per cambiare volto ad una squadra che aveva anche altre lacune da colmare. Nonostante tutto la squadra di Rotterdam arriva alla finale di Coppa UEFA dopo aver eliminato, tra le altre, il PSV Eindhoven, nel primo derby olandese di sempre nelle Coppe Europee. La finale, per una strana coincidenza, si gioca proprio sul campo di Rotterdam, il de Kuip, contro i tedeschi del Borussia Dortmund BV. La gara che vale una stagione si conclude con il successo della squadra olandese che si impone per 3–2, conquistando per la seconda volta il prestigioso trofeo, a distanza di ben ventotto anni. Sarà questo l’ultimo grande acuto di una squadra ricca di storia e di tradizione e che meriterebbe altri successi.


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